Diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2: quali sono le differenze?

I dati sono sconcertanti. Ed è un allarme in questo caso: il diabete è una patologia in crescita a livello mondiale. Guardando all’Italia, interessa oltre 3,5 milioni di pazienti. La diffusione del diabete mellito è provocata dalla somma di diversi fattori, soprattutto per quanto riguarda i paesi occidentali. Tra le varie cause, possiamo riconoscere da un lato il veloce e continuo invecchiamento della popolazione, le abitudini alimentari scorrette e l’aumento di persone obese che ne consegue. Molte, invece, le diagnosi precoci. Diminuisce, invece, il tasso di mortalità dei pazienti diabetici. Ma cosa è il diabete? È una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della glicemia (la quantità di glucosio nel sangue), dovuto a un difetto di secrezione o a un’azione inadeguata dell’insulina, l’ormone prodotto dalle cellule del pancreas e deputato al controllo dei livelli di zucchero.

Diabete
Diabete | pixabay @TesaPhotography

Due tipi di diabete

Detto questo, va spiegato che ne esistono di due tipi: il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2, più comune, che riguarda più del 90% dei pazienti con diabete. Si tratta di due patologie molto diverse tra loro sia per le modalità di insorgenza sia per la terapia e l’impatto sulla vita dei pazienti. Diversi i sintomi che ci permettono di riconoscere il diabete: stanchezza; aumento del volume urinario (poliuria), con conseguente aumento di sete (polidipsia); calo di peso corporeo; dolori addominali; aumento della fame (polifagia); nausea e vomito; visione offuscata; alito acetonemico (odore di frutta matura). Inoltre, le conseguenze a lungo termine dell’iperglicemia portano alla comparsa delle temute complicanze del diabete. Come, ad esempio, la retinopatia, la nefropatia, la neuropatia e le malattie cardiovascolari.

Il diabete di tipo 1

Abbiamo accennato del diabete tipo 1. Come ha spiegato il dottor Marco Mirani, specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio dell’Humanitas, tende a presentarsi, in modo particolare, durante l’infanzia e in età adolescenziale ed è causato da un’assenza totale di insulina, provocata dalla distruzione delle cellule beta del pancreas dovuta alla comparsa di autoanticorpi. Una situazione, forse, associata a fattori ereditari su cui agiscono dei determinanti ambientali. Come può essere curato? Solo con l’insulina. La somministrazione dell’insulina può avvenire o con le classiche iniezioni sottocutanee oppure con i sistemi di infusione continua (i microinfusori). Con questo trattamento, che deve essere continuativo e dura per tutta la vita, i pazienti possono condurre una quotidianità normale.

Il diabete di tipo 2

Invece, questa è una malattia multifattoriale che tende a presentarsi dopo i 30-40 anni d’età. Diversi meccanismi sono implicati nella genesi di questa patologia metabolica, ma classicamente il difetto iniziale è rappresentato da una insulino-resistenza, ossia una ridotta azione dell’insulina a livello degli organi bersaglio che porta da un lato a un eccesso della produzione epatica di glucosio e dall’altro a una sua ridotta utilizzazione da parte dei muscoli. Tra i fattori di rischio più rilevanti per l’insorgenza del diabete di tipo 2, ci sono la familiarità alla malattia, uno stile di vita sedentario, un’alimentazione troppo ricca di grassi e zuccheri e il sovrappeso corporeo. L’iperglicemia nel diabete di tipo 2 può avere un’insorgenza graduale, per questo motivo la malattia può comportarsi in maniera silente per diversi anni, prima di portare allo sviluppo dei sintomi e spesso all’esordio possono già essere presenti le complicanze tipiche della malattia.

Sempre secondo il dottor Marco Mirani, per curarlo ci sono diverse opzioni terapeutiche. Ci sono anche nuovi farmaci in commercio. Si fa riferimento agli analoghi del GLP-1 (Glucagon-like peptide-1), ormone che ha il compito di facilitare la secrezione dell’insulina, prodotto dalle cellule intestinali a seguito dell’ingestione di cibo; e alle gliflozine, o inibitori del co-trasportatore di sodio glucosio 2 (SGLT2), che favoriscono l’eliminazione del glucosio attraverso le urine, attraverso l’azione su un recettore renale.

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Diabete | pixabay @TesaPhotography

La prevenzione

Non ci sono modi ancora che ci facciano capire come prevenire il diabete di tipo 1. Però, si può prevenire il diabete di tipo 2. In primis, bisogna privilegiare una dieta sana, a basso contenuto di grassi e calorie, praticando una regolare attività fisica ed evitando il sovrappeso. Queste accortezze nel caso del diabete di tipo 2 sono particolarmente efficaci. Inoltre, è fondamentale l’esercizio fisico. Ci permette di tenerci in forma, di tenere allenato il nostro corpo e ci fa fuggire, e non è male, dalla sedentarietà. Sono indispensabile almeno 30-40 minuti di camminata per cinque giorni a settimana. Non è facile, certo. Anche perché l’ambiente nel quale viviamo non aiuta a seguire stili di vita sani e serve una forte motivazione per mantenersi attivi e non seguire modelli alimentari sbagliati. Però, non possiamo arrenderci e dobbiamo, quindi, impegnarci a cambiare il nostro stile di vita e le nostre abitudini. Il nostro organismo ha bisogno di noi.

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