Sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), cos’è e perché è pericolosa?

Ci sono stati degli aumenti di casi in Giappone di shock tossico da streptococco o sindrome da shock tossico streptococcica. Si tratta di una forma di infezione, causata da un particolare tipo di streptococco del gruppo A, piuttosto rara. E per questo motivo quando si verifica, può determinare sintomi anche molto gravi. In alcune circostanze può portare anche alla morta. Infatti, in Giappone circa un terzo delle persone dai 30 anni in su che l’ha contratta tra luglio a dicembre 2023 è morta. Sono numeri tragici: l’allarme arriva dal National Institute of Infectious Diseases (NIID), l’autorità giapponese che monitora l’andamento delle malattie infettive nel paese del Sol Levante. Si registra anche un’anomala impennata di casi di shock tossico da streptococco registrato nei primi mesi del 2024: dall’inizio dell’anno a oggi ne sono stati segnalati 378, più di un terzo dei 941 verificatisi lungo tutto il 2023. C’è un’altra preoccupazione: non sono state ancora identificate le cause.

Analisi medica
Analisi medica | pixabay @jarmoluk

Che cos’è la sindrome dello shock tossico

Analizzati i numeri e quello che sta accadendo in Giappone, è doveroso spiegare di cosa si stia parlando e cosa sia la sindrome dello shock tossico. Rappresenta una delle forme più aggressive e pericolose delle infezioni da streptococco. A causarla è un particolare gruppo del ceppo A di questo batterio, lo Streptococcus pyogenes. Come spiega anche il Ministero della Salute, sebbene le infezioni di questo gruppo di batterio si limitino a causare sintomi non gravi, come mal di gola, faringite, linfonodi ingrossati, tonsillite o scarlattina, in alcuni casi possono determinare un quadro più complesso. Come, ad esempio, la malattia invasiva da Gas. Insomma, lo scenario non è dei più ottimali, tenendo anche in considerazione che questa sindrome può presentarsi e aggravarsi in poco tempo, anche in sole 48 ore. Un periodo di tempo nel quale si possono manifestare diversi sintomi, come la febbre alta o l’ipotensione. Fino al possibile scompenso di diversi organi e a forme di eruzione cutanea. Il peggioramento del quadro può essere fatale, come è già accaduto nel paese del Sol Levante, e portare alla morte.

I numeri in Giappone

La situazione è drammatica. Facendo un riepilogo di quanto sta accadendo, i primi casi di sindrome da shock tossico da streptococco sono stati registrati in Giappone nel 1992. Da allora ogni anno si verificano una media di 100-200 infezioni all’anno. Questo, almeno fino a qualche anno fa perché dal 2019 i casi stanno aumentando sempre di più. Quell’anno sono stati registrati 894 casi. Un record superato dai 941 del 2023 e ora si teme un ulteriore peggioramento del trend, dato che solo nei primi tre mesi del 2024 già 378 persone sono state infettate. Il problema vero è l’aumento dei casi tra le persone dai 30 anni in su, nonostante l’infezione sia in genere ritenuta più pericolosa per le persone anziane. Sta aumentando anche la mortalità perché secondo quanto indicato dal giornale Asahi Shimbun delle 65 persone sotto i 50 anni a cui è stata diagnosticata la malattia da luglio a dicembre 2023, circa un terzo è morto.

Ospedale
Ospedale | pixabay @StockSnap

Cosa sappiamo di come avviene il contagio

Da quanto si sa l’infezione da streptococco del gruppo A avviene attraverso l’aerosol delle goccioline (droplets) che le persone infette emettono attraverso colpi di tosse o starnuti. Ma il contagio può avvenire anche toccando superfici infette o ferite di persone già infette. Un po’ come per il Covid-19, per intenderci. In Giappone le autorità stanno lavorando per identificare le cause, ancora sconosciute. Stando a quanto riferisce il Japan Times, il ministero della Salute, Keizo Takemi, ha chiesto a tutti i cittadini di adottare tutte le misure preventive necessarie, come mantenere le mani pulite e le altre norme igieniche per limitare il contagio. Ma il governo e il ministero della Sanità nipponico che risposte danno su come sia possibile tutto questo? Il ministro ha dichiarato che potrebbe essere una conseguenza dell’effetto rimbalzo dovuto alla fine delle misure restrittive adottate contro il Covid-19 durante la pandemia. Ipotesi a parte, sta di fatto che i contagi sono saliti.

Come si cura un paziente al quale è stato riscontrato uno shock tossico streptococcico? Si somministrano per via endovenosa di liquidi contenenti sali e spesso dei farmaci per riportare la pressione arteriosa ai livelli normali. Molte persone necessitano di assistenza respiratoria, solitamente con un ventilatore meccanico. Si somministrano antibiotici per via endovenosa e, nei casi gravi, immunoglobuline (che può neutralizzare la tossina). Le immunoglobuline contengono anticorpi ottenuti dal sangue di persone con un sistema immunitario sano. Gli antibiotici si avviano immediatamente, prima che i batteri vengano identificati. Una volta identificati i batteri, gli antibiotici possono essere modificati secondo necessità.

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