Posticipare la sveglia al mattino ci fa alzare più stanchi?

Se siete tra i più accaniti fruitori della funziona snoozedel cellulare, continuate senza sensi di colpa, perché posticipare la sveglia mattutina di 5 o 10 minuti non è peggio rispetto ad alzarsi seduta stante, come spesso si sente dire.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Sleep Research, chi continua a rimandare l’uscita dal piumone non si alza più assonnato, più di cattivo umore o meno lucido rispetto a chi scatta in piedi al primo trillo. Questa abitudine non impatta sulla qualità del sonno e anzi, potrebbe un po’ facilitare l’avvio di giornata.

Posticipare alla sveglia ci fa alzare più stanchi?

Tina Sundelin, psicologa e ricercatrice sul sonno dell’Università di Stoccolma (Svezia), ma soprattutto una spegnitrice seriale di sveglie, ha voluto chiarire gli effetti di questo comportamento attraverso due studi.

Nel primo ha sottoposto insieme ai colleghi un questionario sulla routine del sonno a circa 1.700 volontari, scoprendo che il 69% di essi attivava la funzione “snooze” o fissava più sveglie almeno qualche giorno a settimana.

Sveglia al mattino
Foto | Pexels @AnastasiyaVragova – Saluteweb.it

Non sorprende che la maggior parte degli snoozers sia giovane, considerando che gli studi sulla popolazione mostrano che il 42% degli adolescenti ha difficoltà a svegliarsi dal sonno, una percentuale che si riduce gradualmente con l’età.

L’adolescenza, fino ai primi vent’anni, è anche il periodo in cui il cronotipo tende a essere al massimo, il che, in combinazione con la scuola o il lavoro mattutino, aumenta il rischio di sonno ridotto e di sonnolenza mattutina.

Ma, dato importante, non sono state trovate differenze nella qualità del sonno tra chi rinviava la sveglia e chi no.

“La ragione più comune per rimandare la sveglia è che si è troppo stanchi, ma molti lo fanno semplicemente perché è una sensazione piacevole” spiega Sundelin.

Nel secondo studio, il team ha reclutato 31 spegnitori abituali di sveglie e li ha invitati a dormire per tre notti (non consecutive) in laboratorio, mentre il loro sonno veniva monitorato.

Dopo una prima notte regolare i volontari hanno dormito per una notte con la possibilità di fissare e rimandare più sveglie, e per un’altra senza questa possibilità. Al mattino e al pomeriggio seguenti, sono stati sottoposti ad alcuni semplici test cognitivi.

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