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Un giovane su tre chiede aiuto psicologico, la maggior parte ha genitori separati o anziani

Secondo l’indagine promossa da Fondazione Foresta, è aumentata la richiesta di aiuto psicologico tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 20 anni, soprattutto da parte di chi vive situazioni particolari all’interno del contesto familiare. Sono perlopiù giovani soli, con genitori anziani o separati, che manifestano disagi e fanno uso di ansiolitici. Uno su tre chiede supporto a un professionista della salute mentale.

Aumenta l’uso di ansiolitici, chi ha i genitori separati tende alla promiscuità sessuale

Questo il quadro presentato dall’indagine della Onlus di Padova. I risultati del progetto “Prevenzione andrologica permanente nelle scuole” sono allarmanti, “aumenta l’uso di ansiolitici, chi ha i genitori separati tende alla promiscuità sessuale“, si legge nella nota ufficiale.

L’indagine è stata effettuata su un campione di 4.383 studenti degli istituti superiori nel padovano, tra i 18 e i 20 anni (1.781 maschi e 2.592 donne, età media 18,4 anni) a cui è stato chiesto di rispondere a un questionario.

Foto | unsplash @omerhaktanbulut – Saluteweb.it

I dati raccolti hanno evidenziato un aumento del disagio tra i giovani che si manifesta con un maggior senso di solitudine, con l’incremento di comportamenti a rischio come fumo e droghe e un’informazione poco approfondita sulla sessualità“, continua la nota. L’analisi dei questionari ha rilevato sensazioni, paure e abitudini dei giovani, che sono in buona parte conseguenza della realtà che vivono in casa e delle relazioni interpersonali. Secondo l’indagine “sono gli adulti a dover riflettere sulle conseguenze che possono svilupparsi nei giovani da quelle che sono state le scelte di vita che la nostra generazione ha imposto ai figli negli ultimi anni. I risultati della ricerca mostrano, una volta ancora, quanto sia importante aprire un dialogo con i ragazzi su temi che il mondo degli adulti continua a trattare come tabù“.

Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta Onlus dichiara: “Già nel 2018 avevamo colto un momento di disagio giovanile molto importante, che emerge da determinati comportamenti come la dispersione scolastica, l’isolamento di tipo sociale, la dipendenza dal cyber sex, i disturbi alimentari. E fin da allora ci eravamo mossi per cercare di capire e soprattutto scoprire come aiutare”.

Il dettaglio più importante è che nel corso degli ultimi anni è cambiata la costituzione familiare. Dal 2005, anno in cui è partito il progetto, si diventa genitori 4 anni più tardi. Oggi “l’età media della madre quando il ragazzo ha 18 anni è di 50,7 e quella del padre è 54 anni” e questo provocherebbe disagi ai ragazzi, e l’impossibilità, nel caso di un figlio unico, di relazionare con una persona della sua stessa generazione all’interno nel nucleo familiare.

La richiesta di aiuto psicologico sale al 40% nei figli di genitori separati o divorziati“, in questo caso specifico il giovane manifesta: insoddisfazione della vita (27%) e anche autolesionismo (23%) e sono più frequenti i rapporti non protetti e partner multipli (19% e 14% rispettivamente).

 

Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma. Scrivo di cinema, cultura e attualità e amo la fotografia e la buona musica.

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