
Trattamenti per prevenire l'autismo e la schizofrenia | Pixabay @howtogoto - Saluteweb
Un nuovo studio italiano sta cercando di trovare un trattamento per prevenire autismo e schizofrenia: i dettagli
Un importante passo avanti nella prevenzione dei disturbi del neurosviluppo è stato compiuto grazie a uno studio condotto dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) in collaborazione con l’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, con il supporto della Fondazione Telethon. La ricerca, pubblicata oggi sulla rivista Brain, ha evidenziato come un trattamento con ossitocina somministrato alla nascita possa favorire un corretto sviluppo neurologico e prevenire patologie complesse come l’autismo, la schizofrenia e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
Ossitocina alla nascita: un trattamento innovativo per la barriera ematoencefalica
Lo studio si è concentrato su modelli preclinici di sindrome di DiGeorge, una malattia genetica associata a una maggiore predisposizione a disturbi psichiatrici e neuroevolutivi. È stato dimostrato che la somministrazione intranasale quotidiana di ossitocina nei primi sette giorni di vita ha un impatto positivo e duraturo sullo sviluppo cerebrale. In particolare, l’ormone agisce sigillando la barriera ematoencefalica, la struttura protettiva del cervello che regola il passaggio di nutrienti e blocca sostanze dannose, riducendo così i deficit cognitivi, emotivo-relazionali e immunitari legati a queste patologie.
Prospettive future e ricerca clinica su autismo e schizofrenia
Attualmente sono in corso ulteriori studi per tradurre questi risultati preclinici in trattamenti clinici per l’uomo. L’obiettivo è sviluppare un intervento preventivo sicuro e non invasivo che possa contrastare efficacemente i disturbi del neurosviluppo fin dai primi giorni di vita.
Parallelamente, la ricerca internazionale si sta muovendo anche su altre frontiere terapeutiche per la schizofrenia e le psicosi. Ad esempio, studi recenti hanno evidenziato il potenziale terapeutico del CBD (cannabidiolo), un componente della cannabis, che potrebbe offrire vantaggi rispetto ai farmaci antipsicotici tradizionali, con minori effetti collaterali. Diverse aziende, come la britannica GW Pharmaceuticals, sono impegnate in sperimentazioni cliniche per farmaci a base di CBD.
Infine, farmaci come il Latuda (lurasidone) continuano a essere utilizzati e studiati per il trattamento della schizofrenia, mostrando efficacia sia nel breve che nel lungo termine, con un profilo di sicurezza valutato positivamente dalle autorità sanitarie europee.
L’Istituto Italiano di Tecnologia, con le sue sedi distribuite in Italia e all’estero, e l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, centro di eccellenza e di ricerca, confermano così il ruolo di avanguardia nella lotta contro le malattie neurologiche e psichiatriche.