La zanzara tigre avanza verso il nord Europa: cosa sta succedendo e quali rischi ci aspettano

Zanzara Nord europa

Il rischio punture aumenta anche dove prima non era comune. - www.saluteweb.it

Luca Antonelli

1 Settembre 2025

Dalle campagne italiane alle città scandinave, la diffusione della zanzara tigre non si ferma più: colpa del clima, ma anche della scarsa prevenzione.

Il nome scientifico è Aedes albopictus, ma tutti la conoscono come zanzara tigre, per via delle sue striature bianco-nere e del comportamento aggressivo. Da anni ormai è ben radicata in molte regioni italiane, ma qualcosa sta cambiando. Le segnalazioni arrivano sempre più frequenti anche da paesi dove fino a poco tempo fa non era mai comparsa, come Svezia, Norvegia, Finlandia. A cambiare il gioco è il clima: temperature più miti anche d’inverno, piogge irregolari, stagioni allungate. Il risultato è che questo insetto tropicale, originario del sud-est asiatico, sta trovando nuovi habitat ideali anche al di fuori della fascia mediterranea.

Clima impazzito e nuove rotte di colonizzazione

Nel corso degli ultimi dieci anni, il cambiamento climatico ha agito come acceleratore. L’inverno 2024–2025 è stato tra i più caldi registrati in Europa centrale, con punte anomale anche in Germania e Paesi Bassi. Questo ha permesso alle larve di sopravvivere e proliferare in primavera, cosa che fino a qualche anno fa non succedeva a quelle latitudini. Il problema non è più solo italiano.

Zanzara Nord europa
Zanzare tigre sempre più resistenti e difficili da contenere. – www.saluteweb.it

La capacità di adattamento di questa zanzara è impressionante. Non depone più le uova solo in ristagni naturali, ma anche in tombini, sottovasi, scarichi condominiali. Bastano pochi centimetri d’acqua per attivare un ciclo riproduttivo. E nel momento in cui le temperature superano stabilmente i 10°C, anche nei paesi nordici si crea un ambiente favorevole.

Già, perché oggi il confine climatico che separava le zanzare tropicali dai paesi freddi si è spostato verso nord. Copenaghen, Amburgo e persino Oslo sono finite sotto osservazione da parte degli enti di controllo entomologico.

I rischi sanitari legati alla diffusione in Europa

Il problema non è soltanto il fastidio provocato dalle punture dolorose, che in alcuni soggetti provocano reazioni allergiche. Il vero allarme riguarda le malattie trasmesse. La zanzara tigre è un potenziale vettore di virus come dengue, chikungunya e Zika, patologie che fino a qualche tempo fa erano considerate tipiche del sud-est asiatico o dell’Africa.

Negli ultimi anni si sono verificati focolai autoctoni in Italia, Spagna, Francia e Grecia, con decine di casi registrati. Ora il rischio è che anche paesi come Belgio e Polonia inizino a registrare episodi interni, senza contagi importati dall’estero. Perché basta che una sola zanzara infetta venga trasportata – ad esempio nei vani di un camion o tra i bagagli – per dare inizio a una catena di trasmissione locale.

Le autorità europee stanno tentando di correre ai ripari. La rete europea per la sorveglianza dei vettori ha già allertato diversi comuni affinché attivino monitoraggi costanti e campagne di prevenzione. Ma in molte aree manca ancora una risposta coordinata. E il fatto che molte zanzare tigre siano ormai resistenti agli insetticidi complica la situazione.

Nel frattempo, crescono i consigli per i cittadini: evitare ristagni, proteggere finestre e balconi, usare repellenti e vestiti coprenti. Ma la sensazione è che, senza un vero cambio di passo, la zanzara tigre sia destinata a diventare parte integrante della fauna urbana europea, come già lo è in molte zone del sud.

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