Ce ne sono di diversi tipi: riso, mais o altri cereali. E sono tutte ottenute da un processo di “soffiatura” ad alta pressione
Alzi la mano chi non abbia prima provato e poi non si sia lasciato conquistare dalle gallette. Ormai magari diventato un alimento quotidiano. Infatti, negli ultimi anni sono diventate un alimento popolare soprattutto tra chi cerca uno spuntino leggero, naturale e facilmente trasportabile. Però, che segreti ci sono dietro queste rondelle croccanti? Fanno davvero bene per la nostra salute o fanno parte di una moda destinata, prima o poi, a scomparire. A Gazzetta Active ne ha parlato Gaia Gottardi, biologa nutrizionista.
In primis, ce ne sono di diversi tipi: riso, mais o altri cereali. E sono tutte ottenute da un processo di “soffiatura” ad alta pressione: “I chicchi vengono esposti a temperature elevate in una pressa speciale, che li fa esplodere e gonfiare, mantenendo inalterata la struttura dei nutrienti di base. Questa tecnica consente di ottenere un prodotto croccante e leggero senza l’aggiunta di grassi o additivi chimici. Le versioni più diffuse sono quelle di riso e mais, ma si trovano anche varianti a base di quinoa, farro, avena e altri cereali integrali. La composizione varia a seconda dell’ingrediente di base, il che ne determina anche le proprietà nutrizionali”, ha detto la nutrizionista.
Cerchiamo di rispondere a una delle domande che abbiamo fatto prima. Ma le gallette fanno bene alla salute? Perché molti le scelgono per la loro bassa densità calorica e per la facilità di trasporto, “ma è importante capire che non sono tutte uguali, né per qualità nutrizionale né per gli effetti sulla salute”, ha continuato Gaia Gottardi. Però, appunto, quali sono i benefici? Ecco la risposta, come c’è scritto su Gazzetta Active:
Quindi, non è proprio un alimento così tanto miracoloso. “Nonostante siano percepite come una scelta salutare, hanno anche dei limiti che vanno tenuti in considerazione. Uno degli aspetti negativi delle gallette, soprattutto quelle di riso, è il loro alto indice glicemico (IG), che indica la velocità con cui un alimento fa salire la glicemia. Anche se ipocaloriche, le gallette possono causare picchi di zuccheri nel sangue, specialmente se consumate da sole. Il consumo frequente di alimenti ad alto IG è stato associato a un aumento del rischio di malattie metaboliche, come il diabete di tipo 2”.
E ancora: “Inoltre, hanno una scarsa densità nutrizionale: sebbene siano leggere e pratiche, le gallette tendono a essere povere di micronutrienti, proteine e grassi sani. Non sono, dunque, una fonte di nutrimento completo e non dovrebbero sostituire alimenti più ricchi di nutrienti, come frutta, verdura e cereali integrali meno raffinati”, ha spiegato Gaia Gottardi. Infine: “Consumarne troppe, soprattutto senza abbinarle a una fonte proteica o di grassi sani, può portare a picchi glicemici e fame ricorrente. È bene limitarsi a 2-3 al giorno”.
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