Detergi il viso ogni giorno ma resta irritato? Il problema potrebbe iniziare dal rubinetto

Detersione viso.

Irritazioni cutanee frequenti possono dipendere dalla qualità dell’acqua. - www.saluteweb.it

Luca Antonelli

28 Agosto 2025

Molte persone usano cosmetici costosi o seguono una skincare rigorosa, ma notano lo stesso pelle opaca, pori dilatati o irritazioni. Uno dei colpevoli invisibili può essere l’acqua calcarea, presente in molte abitazioni italiane.

Il problema spesso non è nel siero o nel latte detergente. È nell’acqua del lavandino. In molte città italiane, specie al Nord e in zone costiere, l’acqua corrente contiene alte concentrazioni di sali minerali, in particolare carbonato di calcio. A occhio nudo si notano solo macchie bianche su rubinetti e bicchieri. Ma quando questa acqua tocca ogni giorno la pelle del viso, le conseguenze si fanno sentire: secchezza, sensazione che “tira”, rossori leggeri, comparsa di impurità nella zona T.

I dermatologi parlano da tempo degli effetti occlusivi e irritanti che il calcare può avere sulla pelle. Il problema si aggrava quando si usano detergenti schiumogeni: il mix tra tensioattivi e minerali duri produce residui che si depositano e non vengono rimossi facilmente. I danni non sono immediati, ma progressivi. La barriera idrolipidica si altera e la pelle perde elasticità. Il tutto mentre si continua a usare una skincare che “non funziona più”.

I segnali da osservare dopo la detersione: pelle tirata, zone lucide e rossori lievi

Un primo indizio si nota già pochi minuti dopo essersi lavati il viso. Se la pelle non assorbe bene i prodotti, appare subito disidratata o al contrario lucida, c’è un’alta probabilità che il film minerale lasciato dal calcare stia facendo da barriera indesiderata. Si crea una superficie disomogenea, su cui i cosmetici scivolano invece di penetrare.

Detersione viso.
Dopo il risciacquo la pelle resta spenta: il segnale di un’acqua ricca di calcare. – www.saluteweb.it

In soggetti con pelle mista o grassa, questo può tradursi in una produzione eccessiva di sebo, perché la pelle prova a “difendersi”. Su pelli sensibili, invece, la risposta può essere micro-infiammatoria: arrossamenti sparsi, brufoletti ricorrenti nella zona mandibolare o su fronte e tempie, prurito localizzato. Alcune persone lamentano anche una texture più ruvida o una sensazione di “sporco” anche dopo una pulizia accurata.

Altro segnale è il tempo che impiega la pelle a ritrovare un aspetto normale. Se resta rossa o secca più a lungo del solito, anche dopo l’applicazione di una crema idratante abituale, è possibile che i minerali residui stiano alterando il pH della cute.

Anche l’uso regolare di acqua micellare o struccanti delicati può non bastare se l’ultima fase – il risciacquo – viene fatto con acqua troppo dura. Alcune dermatologhe consigliano di fare attenzione ai cambi stagionali: in estate il calcare si combina con sudore e sale, in inverno con aria secca e riscaldamenti. In entrambi i casi, la pelle si stressa.

Cosa succede nel lungo periodo: pelle più fragile, perdita di luminosità e reazioni a sorpresa

L’impatto dell’acqua calcarea non si limita alla superficie. A lungo andare, se la pelle viene esposta quotidianamente a risciacqui con alta durezza, si indeboliscono le strutture che ne regolano la funzione barriera. Il risultato è che diventa più vulnerabile non solo agli agenti esterni, ma anche agli stessi prodotti cosmetici usati con costanza.

Cambia la luminosità del viso. Il colorito può apparire più grigio, spento. La grana più visibile. In certi casi, anche persone con pelle “facilmente gestibile” notano che improvvisamente diventano sensibili a profumi, scrub o attivi che prima tolleravano bene. Questo succede perché il film idrolipidico si assottiglia, la pelle perde idratazione e si infiamma più facilmente.

Le zone più colpite sono spesso quelle ai lati del naso, sulla fronte e sotto il mento. Dove c’è più accumulo di sebo, il calcare tende a creare una pellicola che ostruisce i pori. Le impurità diventano più frequenti e più profonde. Le persone con rosacea o dermatite seborroica possono notare un peggioramento dei sintomi proprio nei periodi in cui si cambia città o casa, in base alla diversa qualità dell’acqua.

Chi si lava il viso due o più volte al giorno – per motivi sportivi, lavorativi o semplicemente per abitudine – è esposto a un rischio maggiore. L’acqua dura, ripetuta sul viso, accelera la desquamazione superficiale ma senza stimolare un corretto rinnovamento cellulare.

Il problema spesso resta invisibile fino a quando la skincare non funziona più. Si cambia marca, si provano sieri nuovi, ma la risposta è sempre deludente. In quei casi, può valere la pena chiedersi: “E se fosse solo colpa dell’acqua del mio rubinetto?”

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