Negli ultimi anni, la ricerca nel campo dell’oncoematologia ha fatto significativi progressi, portando alla luce nuove terapie che promettono di cambiare radicalmente il trattamento delle malattie ematologiche. Tra queste, le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell therapy) rappresentano una delle innovazioni più promettenti. Questo approccio terapeutico si basa sull’ingegneria genetica per modificare le cellule del sistema immunitario del paziente stesso, permettendo loro di riconoscere e distruggere in modo mirato le cellule tumorali.
Cosa sono le CAR-T?
Le CAR-T sono linfociti T del paziente, modificati geneticamente per esprimere un recettore chimerico che consente loro di identificare specificamente le cellule tumorali. Questo processo inizia con un prelievo di sangue dal paziente, che avviene in regime di day hospital. Attraverso un separatore cellulare, i linfociti T vengono isolati e inviati a un laboratorio specializzato per la modifica genetica. Questo processo, che richiede circa quattro settimane, porta alla creazione di cellule T armate di recettori specifici per le cellule tumorali.
Terminata la fase di ingegnerizzazione, il paziente viene ricoverato per ricevere una terapia linfodepletiva, che ha lo scopo di preparare l’organismo ad accogliere le nuove CAR-T. Infine, le cellule modificate vengono infuse nel torrente circolatorio del paziente, dove possono esercitare la loro azione terapeutica.
Come funziona il trattamento con CAR-T?
Una volta infuse, le CAR-T migrano verso il sito del tumore, dove possono riconoscere e attaccare le cellule malate. Questo trattamento si distingue per la sua capacità di attivare meccanismi immunitari naturali, potenziandoli attraverso una modifica genetica che conferisce una maggiore specificità nel riconoscimento delle cellule tumorali. Le CAR-T possono essere somministrate solo in centri specializzati, accreditati secondo standard rigorosi come quelli stabiliti da JACIE per i trapianti. L’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano è uno di questi centri e ha iniziato a trattare pazienti con CAR-T dal 2019, offrendo l’accesso a questa terapia innovativa sia attraverso il Servizio Sanitario Nazionale che attraverso protocolli clinici sperimentali.
Chi è idoneo per il trattamento con CAR-T?
In Italia, l’accesso alla terapia CAR-T è garantito dal Sistema Sanitario Nazionale per diversi tipi di malattie oncoematologiche. Ecco alcuni esempi di idoneità:
- Linfoma non Hodgkin diffuso a grandi cellule B: trattamento a partire dalla prima recidiva dopo la chemioterapia.
- Linfomi mantellari: il trattamento è consentito solo dopo refrattarietà alla chemioterapia e alla terapia con Ibrutinib.
- Linfomi follicolari: disponibili già dalla seconda recidiva.
- Mielomi multipli: indicato dopo la seconda recidiva, con possibilità di estensione futura anche dopo la prima.
- Leucemie acute linfoblastiche B: trattabili in caso di fallimento della chemioterapia, inclusi i pazienti non riusciti con il trapianto.
Possibilità di guarigione ed effetti collaterali
Uno degli aspetti più promettenti delle CAR-T è la loro capacità di portare a una remissione duratura in un numero significativo di pazienti. Attualmente, si stima che circa il 50% dei pazienti con linfomi non Hodgkin B diffusi a grandi cellule possa beneficiare di una guarigione duratura. Tuttavia, per i mielomi, l’uso delle CAR-T è ancora in fase di sviluppo, e attualmente è più corretto parlare di remissione piuttosto che di guarigione. Per i linfomi aggressivi, come il linfoma mantellare, le CAR-T mostrano un’ottima risposta terapeutica, con una prospettiva di guarigione attorno al 40%.
Come ogni trattamento, le CAR-T non sono esenti da effetti collaterali, che possono includere:
- Febbre
- Variazioni nella pressione arteriosa
- Variazioni nella saturazione di ossigeno
In rari casi, possono verificarsi effetti neurotossici, come difficoltà nella scrittura o nel linguaggio. Tuttavia, questi effetti collaterali sono ben noti e gestibili all’interno delle strutture accreditate, dove team multidisciplinari sono presenti per monitorare e trattare eventuali complicazioni.
L’uso di nuove generazioni di CAR-T ha portato a un profilo di tossicità migliorato, aumentando la sicurezza complessiva del trattamento. La ricerca continua a esplorare ulteriori applicazioni delle CAR-T, non solo per le malattie ematologiche, ma anche per alcune patologie autoimmuni severe, ampliando così le prospettive terapeutiche di questa innovativa tecnologia.
In sintesi, le CAR-T rappresentano una frontiera avanguardistica nel trattamento dei tumori del sangue, dimostrando un potenziale significativo e aprendo nuovi orizzonti nella lotta contro il cancro.
