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Test salvavita per i tumori: ecco quali sono quelli gratuiti che gli italiani non fanno

Tumori, i test gratuiti di prevenzione non vengono utilizzati dalla maggior parte degli italiani: la loro importanza

La prevenzione dei tumori rappresenta un aspetto fondamentale per la salute pubblica in Italia, dove l’adesione agli screening gratuiti è ancora troppo bassa. Secondo recenti studi, un tumore su tre potrebbe non svilupparsi se si adottassero stili di vita sani. Durante il convegno dell’American Society of Clinical Oncology a Chicago, gli esperti hanno enfatizzato l’importanza della diagnosi precoce: si stima che quasi la metà dei decessi per cancro nella popolazione adulta potrebbe essere evitata seguendo semplici regole di prevenzione, come mantenere un’alimentazione equilibrata, praticare regolarmente attività fisica, evitare il fumo e limitare il consumo di alcolici.

Screening oncologici in Italia

In Italia, i programmi di screening oncologici sono considerati Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), il che significa che ogni cittadino ha diritto a questi esami gratuiti. Gli screening disponibili includono la mammografia per le donne tra i 50 e i 69 anni, il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per i cittadini tra i 50 e i 70 anni, e il Pap test o l’Hpv-DNA test per le donne tra i 25 e i 64 anni.

Dati preoccupanti sull’adesione

Tuttavia, i dati parlano chiaro: nel 2023, su quasi 16 milioni di inviti a sottoporsi a screening, solo 6,9 milioni hanno effettivamente partecipato. Questo ha portato a oltre 50.000 diagnosi mancate di tumori e lesioni precancerose. La situazione è particolarmente problematica nel Sud Italia, dove le differenze geografiche nell’organizzazione degli screening sono marcate, con molte Regioni che non riescono a garantire l’invio degli inviti a tutti gli aventi diritto.

Importanza della partecipazione

L’adesione agli screening è fondamentale per garantire la diagnosi precoce, permettendo trattamenti tempestivi e riducendo il numero di decessi per cancro. Francesco Perrone, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), evidenzia come la partecipazione a questi programmi non solo migliori le possibilità di guarigione, ma comporti anche un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale. Promuovere la salute e la prevenzione deve diventare una priorità per tutti, affinché questa opportunità, offerta gratuitamente, non venga sprecata.

Redazione

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