Smog alle stelle, gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute

I gas di scarico e le condizioni climatiche sfavorevoli determinano un grave pericolo per l’apparato respiratorio e lo sviluppo, o il peggioramento, di alcune patologie. Infatti, l’inquinamento atmosferico è una causa accertata di affezioni e decessi prematuri. Il pericolo maggiore è rappresentato dai notevoli disturbi generati dalle polveri fini e dall’ozono. Sostanze che vengono immagazzinati nei bronchi e negli alveoli, dove, a breve o a lungo termine, possono produrre effetti nocivi sulla salute. Più le particelle sono sottili, più penetrano in profondità nei polmoni. Tutto questo rischia di aumentare la frequenza dei disturbi e delle affezioni alle vie respiratorie sia nei bambini sia negli adulti. L’aria inquinata provoca una riduzione della capacità polmonare media e, di conseguenza, un aumento degli interventi medici urgenti e dei ricoveri ospedalieri dovuti ad affezioni alle vie respiratorie.

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Smog | pixabay @ Peggychoucair

I danni ai polmoni e i sintomi

Non sono soltanto supposizioni. Perché nel corso degli anni sono stati sempre di più gli studi scientifici che hanno evidenziato la correlazione tra inquinamento atmosferico, condizioni climatiche e malattie respiratorie. I gas di scarico, i fumi degli impianti industriali, le condizioni climatiche sfavorevoli, determinano un grave pericolo per l’apparato respiratorio e lo sviluppo, o il peggioramento, di patologie come l’asma bronchiale, la bronchite, la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Bisogna monitorare sintomi come la tosse persistente, la dispnea (fiato corto) o senso di costrizione al petto e la stanchezza cronica. Per evitare situazioni spiacevoli è utile proteggere sempre naso e bocca (con una mascherina o una sciarpa) in modo da filtrare l’aria che si respira. Chi soffre di asma, inoltre, dovrebbe sfruttare le occasioni di tempo libero per allontanarsi dalle aree urbane inquinate, prediligendo le attività in montagna o il mare, dove la presenza di inquinamento e allergeni è minore.

I dati in Italia

Ma com’è in Italia l’aria che respiriamo? Corriamo dei rischi? Legambiente nel suo report “Mal’Aria di città 2024” ha analizzato i dati dei livelli delle polveri sottili (PM10, PM2,5) e del biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia italiani. E ne è emerso che nel 2023 18 città su 98 osservate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Da quanto emerge da questo report, quindi, le città italiane presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Per questo motivo è in atto una campagna di lotta all’inquinamento atmosferico, con gli obiettivi di promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni chiedendo città più vivibili e sicure per la salute.

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Smog | pixabay @jwvein

Gli esami da fare

Quali esami bisogna fare? Sono semplici, non invasivi e non dolorosi. Si basano sul principio della misurazione del respiro e dello studio dell’infiammazione delle vie aeree. I principali test da eseguire in caso di esposizione ad alti livelli di inquinamento sono la spirometria globale con tecnica pletismografica (il paziente soffia attraverso un boccaglio all’interno di un apparecchio che misura con precisione la quantità di aria che viene movimentata durante gli atti della respirazione); la diffusione alveolo capillare del CO (il paziente soffia attraverso un boccaglio all’interno di un apparecchio che misura con precisione la quantità di aria che viene effettivamente respirata dal paziente); la misurazione della frazione esalata dell’ossido nitrico.

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