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Sindrome dell’occhio secco, che cos’è e come si cura

Si sviluppa in particolare nelle donne una volta superati i 45 anni, con numeri altissimi (siamo addirittura intorno al 90%) per le donne che hanno raggiunto la menopausa. Parliamo della sindrome dell’occhio secco, una patologia cronica che può avere anche conseguenze pericolose e dannose per il nostro corpo. Scopriamo allora come riconoscerla e come curarla.
Immagine | Pixabay @Tom

I sintomi della sindrome dell’occhio secco

Quando avvertiamo una certa secchezza nell’occhio, ovvero una lubrificazione non adeguata, ma anche prurito, un arrossamento della zona delle orbite, ma anche una forte sensibilità alla luce, in quel caso potremmo essere vittime della sindrome dell’occhio secco. Ma attenzione, non sono solamente questi i sintomi di questa patologia, spesso infatti si possono sviluppare disturbi alla gola o al naso: congestione, tosse, raffreddorieo mal di testa infatti potrebbero essere ulteriori campanelli d’allarme.

Come pervenire a una diagnosi di sindrome dell’occhio secco

Ma come si può riconoscere un caso di sindrome dell’occhio secco? La patologia infatti impiega spesso molto tempo a manifestarsi, e i sintomi che abbiamo analizzato qualche riga sopra sono associabili a molti altri tipi di disfunzione, per questo motivo non è così semplice arrivare a una diagnosi rapida di questo disturbo. Tuttavia dovessimo trovarci in un questa situazione di disagio per molto tempo, è consigliabile rivolgersi a un professionista del settore, per sottoporci a controlli e valutazioni. Ci sono diversi test che possono valutare la quantità di lacrime prodotto dal nostro occhio, come quello di Schirmer, o ancora, il test del Break up Time, che valuta quanto tempo passa tra la rapida chiusura della palpebra e la sua apertura, e la formazione di aree asciutte nel condotto lacrimale.
Immagine | Pixabay @Stefan

Le possibili cura alla sindrome dell’occhio secco

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, nel caso i sintomi che abbiamo descritto dovessero persistere, sarà bene rivolgersi a un oculista e valutare con lui il percorso da intraprendere. Particolarmente in questa patologia infatti non è consigliabile effettuare una “cura fai da te”, magari utilizzando del collirio, che in alcuni casi potrebbe addirittura peggiorare la situazione che stiamo vivendo. Sarà infatti un professionista a fornirci gli strumenti ed eventualmente i prodotti adatti per combattere questo disagio, come particolari salviette o schiume che torneranno utili per la pulizia delle palpebre, o ancora degli integratori da assumere per via orale. Un altra soluzione infine potrebbe essere quella di ricorrere a trattamenti di Luce Pulsata, una pratica con il quale potremmo vedere in poco tempo un miglioramento effettivo nei nostri occhi.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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