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Riscaldamenti: ecco a quale temperatura tenerli per evitare problemi di salute

Con il freddo che aumenta si accendono i riscaldamenti in tutta Italia, ma in pochi conoscono l’importanza della temperatura per la salute.

Con l’arrivo del freddo, torna puntuale il consueto dilemma su come gestire il riscaldamento domestico durante l’inverno e il brusco abbassamento delle temperature. Spesso si tende ad alzare eccessivamente il termostato per riscaldare al massimo e nel minor tempo possibile gli ambienti in cui si trascorre la maggior parte della giornata. Anche se nell’immediato questa scelta può sembrare piacevole, soprattutto dopo essere stati fuori al freddo, non si tratta della soluzione più indicata per evitare malanni e altri problemi di salute. Vediamo più nel dettaglio di cosa stiamo parlando.

Come gestire al meglio i riscaldamenti per mantenersi in salute

In Italia, le normative nazionali indicano che, durante l’inverno, la temperatura domestica non dovrebbe superare i 20 gradi centigradi, con una tolleranza di 2 gradi che consente un intervallo tra 18 e 22 gradi. Queste regole sono in linea con le raccomandazioni delle autorità sanitarie, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nelle sue linee guida su abitazioni e salute suggerisce di mantenere almeno 18 gradi negli ambienti domestici in Paesi a clima temperato come l’Italia. Questa misura protegge la popolazione dagli effetti negativi delle basse temperature in casa.

Come gestire i riscaldamenti in inverno | Pixabay @aquaArtsstudio – Saluteweb

 

Anche se la percezione del calore varia da persona a persona, è generalmente riconosciuto che temperature inferiori ai 19-20 gradi possano provocare una sensazione di freddo. Per questo motivo, la temperatura ideale per gli ambienti interni durante l’inverno è intorno ai 20 gradi, con un livello di umidità relativa compreso tra il 50% e il 55%.

Perché non bisogna alzare troppo i riscaldamenti

Mantenere una temperatura troppo alta in casa durante i mesi invernali non solo aumenta i consumi energetici e l’impatto ambientale, ma può anche causare sbalzi termici significativi. Attività comuni come portare fuori la spazzatura, fare una breve passeggiata con il cane o uscire sul balcone per pochi secondi possono esporre il corpo a bruschi cambi di temperatura, con il rischio di cali di pressione o vertigini, specialmente nelle persone anziane.

Sebbene le indicazioni suggeriscano di mantenere la temperatura interna tra i 18 e i 22 gradi, questa misura potrebbe non essere sufficiente da sola. È fondamentale anche garantire, come abbiamo visto, un adeguato livello di umidità nell’aria. L’utilizzo di un umidificatore, o semplicemente posizionando un contenitore d’acqua sul termosifone, aiuta a evitare che l’aria diventi troppo secca, condizione che può irritare le vie respiratorie e influire negativamente sul benessere generale.

L’importanza della qualità dell’aria

Un elemento importante da considerare è la qualità dell’aria negli ambienti domestici, soprattutto durante l’inverno, quando si tende a limitare l’apertura delle finestre. Garantire un ricambio d’aria regolare è essenziale per prevenire l’accumulo di virus e batteri, riducendo così il rischio della loro diffusione. Il momento più indicato per arieggiare gli spazi è al mattino presto, quando l’aria esterna è più fresca e meno contaminata dall’inquinamento prodotto dal traffico e dalle attività quotidiane.

Consigli su come riscaldare la stanza da letto senza conseguenze negative

Uno dei quesiti più comuni riguardo alla temperatura ideale da mantenere in casa durante l’inverno riguarda la camera da letto. Un ambiente correttamente riscaldato contribuisce a migliorare la qualità del sonno, che è fortemente influenzata dalle temperature notturne. È importante evitare sia un ambiente eccessivamente caldo sia uno troppo freddo.

Come gestire i riscaldamenti in inverno | Pixabay @SusieHedberg – Saluteweb

 

La temperatura ottimale per dormire si colloca tra i 16 e i 18 gradi. Sebbene possa sembrare bassa, è in linea con il naturale abbassamento della temperatura corporea che avviene in preparazione al riposo. Al contrario, un riscaldamento eccessivo può avere diverse conseguenze negative per la salute, come:

  • Problemi respiratori: Un’aria troppo secca può irritare le mucose del sistema respiratorio, favorendo l’insorgenza di infezioni e facilitando la proliferazione di batteri e virus, in particolare nei più piccoli;
  • Sonno di scarsa qualità: temperature superiori ai 20 gradi ostacolano il rilassamento muscolare necessario per un sonno profondo e rigenerante. Inoltre, un ambiente secco o con umidità alterata può disturbare la respirazione notturna;
  • Dermatiti e allergie: un riscaldamento eccessivo può causare secchezza della pelle e dermatiti, mentre una temperatura troppo bassa, associata a elevata umidità, può favorire la crescita di muffe, acari e altri allergeni;
  • Cefalea: un calore eccessivo può provocare mal di testa dovuto alla vasodilatazione e a una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello, generando un senso di stordimento e disagio;
  • Aumento di peso: un sonno in ambienti troppo caldi impedisce al corpo di utilizzare il grasso accumulato per mantenere la temperatura corporea, riducendo il consumo calorico notturno;
  • Rilascio di sostanze tossiche: temperature elevate possono agevolare la diffusione di sostanze nocive come il monossido di carbonio, un gas inodore prodotto da combustioni incomplete, che può causare nausea, vertigini e persino perdita di coscienza.

Mantenere una temperatura equilibrata apporta numerosi benefici: rafforza il sistema immunitario, previene malattie come raffreddori e bronchiti, riduce irritazioni cutanee e oculari, e contribuisce a un risparmio energetico, abbassando le spese di riscaldamento.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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