Ogni fine anno porta con sé luci, festeggiamenti e tradizioni, ma anche un bilancio che puntualmente si ripete: decine di persone, spesso giovanissime, arrivano in pronto soccorso con lesioni gravi alle mani causate dallo scoppio di petardi e fuochi d’artificio. Non si tratta di ferite superficiali, bensì di traumi violenti ad alta energia capaci di compromettere in modo definitivo ossa, nervi, tendini e legamenti. Le mani, insieme al volto, rappresentano l’area del corpo più esposta durante un’esplosione e, di conseguenza, quella che subisce i danni più devastanti.
Il vero pericolo: prodotti illegali e utilizzo imprudente
Gli incidenti più severi si concentrano nei giorni immediatamente precedenti e successivi al 31 dicembre. Nella maggior parte dei casi sono legati all’uso di articoli pirotecnici non autorizzati, contraffatti, assemblati artigianalmente o difettosi. I traumi che questi dispositivi provocano sono paragonabili per violenza a quelli causati da ordigni bellici: fratture multiple, distruzione dei tessuti molli e compromissione irreversibile delle strutture della mano. Le conseguenze possono essere invalidanti e, spesso, permanenti.
Cosa fare se un petardo esplode in mano
Quando un petardo deflagra tra le dita non si è di fronte a una ferita comune. La combinazione tra lacerazione ed ustione richiede un intervento medico immediato e specializzato. Nell’attesa dei soccorsi occorre rallentare il sanguinamento applicando un laccio a monte della ferita, mantenere l’arto sollevato e recarsi quanto prima in un pronto soccorso, preferibilmente in un centro con competenze specifiche sulla chirurgia della mano. È fondamentale non coprire la lesione con tessuti che potrebbero lasciare residui e non rimuovere il laccio fino all’arrivo del personale sanitario.
Quando la chirurgia è l’unica soluzione
Anche negli scenari meno gravi l’esplosione può distruggere una falange o un dito, rendendo necessario un delicato intervento di microchirurgia ricostruttiva. Nei casi più complessi, purtroppo, le lesioni possono essere talmente estese da non consentire alcuna ricostruzione immediata, imponendo l’amputazione di più dita, della mano o perfino del polso. Eventi di questo tipo stravolgono la vita quotidiana, limitando in modo drastico attività lavorative, sportive e personali. Quando la perdita funzionale è irreversibile, il paziente diventa candidato all’utilizzo di una protesi.
Il rischio continua anche dopo la notte di festa
Se il picco degli incidenti avviene tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, nei giorni successivi aumentano soprattutto i traumi tra i bambini. Molti di questi episodi derivano dalla raccolta di petardi inesplosi rimasti a terra. Per questo il ruolo dei genitori è determinante: informare i più giovani sui pericoli reali e vigilare sui loro comportamenti può prevenire conseguenze drammatiche.
Petardi e prevenzione: le regole che possono salvare le mani
La prima forma di tutela è evitare completamente l’uso dei botti. Qualora non fosse possibile rinunciarvi, è essenziale acquistare esclusivamente prodotti certificati, verificando che le confezioni riportino categoria, modalità d’uso e distanze di sicurezza. Ogni petardo deve essere acceso lontano da persone, abitazioni e oggetti infiammabili, senza mai trattenerlo in mano. Non vanno utilizzati contenitori per l’accensione, perché l’esplosione può trasformarli in pericolose schegge. Un petardo che non esplode non deve mai essere avvicinato né riacceso. L’uso di fuochi d’artificio, infine, dovrebbe sempre avvenire sotto la supervisione di un adulto pienamente consapevole dei rischi.
L’avvertimento più semplice e più efficace
Tra tutte le raccomandazioni possibili, la più sicura resta la più banale: stare lontani dai petardi e da chi li utilizza. Questi oggetti non sono giochi, ma veri e propri ordigni esplosivi. Rispettarli per ciò che sono significa proteggere non solo le mani, ma la propria vita.
