Influenza suina, può essere pericolosa anche per l’uomo? Quel che bisogna sapere

L’influenza A/H1N1, conosciuta anche come influenza suina, è un’infezione virale che colpisce il sistema respiratorio e presenta sintomi simili a quelli dell’influenza stagionale comune. Questa malattia respiratoria acuta è principalmente causata dal virus A/H1N1, sebbene siano coinvolte diverse varianti di virus influenzali di tipo A. Ma come avviene il contagio? Quali sono i possibili rischi? Esistono delle cure? Vediamo la risposta a tutte queste domande e a molte altre.

Influenza suina, tutto quello che c’è da sapere a proposito

I primi casi di influenza suina sono stati collegati a contatti ravvicinati e esposizione tra suini e esseri umani. Il virus A/H1N1 è originariamente un agente virale suino, successivamente adattato all’uomo, diventando così trasmissibile da persona a persona.

I sintomi tipici dell’influenza suina includono febbre, sonnolenza, riduzione dell’appetito, debolezza e tosse. Tuttavia, simile all’influenza comune, possono verificarsi complicazioni gravi come la polmonite.

Quali sono le cause? L’influenza suina è provocata dai virus dell’influenza suina A, inclusi nel genere Orthomyxovirus; i ceppi H1N1 e H3N2 sono particolarmente significativi per la salute umana.

virus influenza suina
Immagine | Pixabay @urfinguss – Saluteweb.it

Il virus pandemico dell’influenza A/H1N1 ha colpito nel 2009, mentre il ceppo H3N2 è stato identificato per la prima volta nell’uomo a luglio 2011, dando origine a infezioni sporadiche continue da allora.

I virus dell’influenza suina sono in grado di circolare tra i suini durante tutto l’anno, causando regolarmente epidemie in questi animali. La maggior parte dei focolai si verifica durante il tardo autunno e nei mesi invernali, in modo simile ai focolai dell’influenza stagionale negli esseri umani. Nei suini, questi virus causano elevati livelli di malattia, ma provocano raramente decessi.

Alcuni virus influenzali di tipo A sono zoonotici, il che significa che possono infettare gli esseri umani e causare l’influenza suina. Anche se non è comune, questa eventualità è possibile. Le infezioni umane si verificano più frequentemente nelle persone esposte direttamente ai suini infetti, come coloro che lavorano nelle fattorie o negli allevamenti. Inoltre, si sono registrati casi di trasmissione da persona a persona limitata, senza prolungarsi né diventare comunitaria.

Qual è l’origine del virus? Quando virus influenzali di diverse specie animali infettano simultaneamente i suini, possono verificarsi fenomeni di “ricombinazione” del materiale genetico, dando origine a nuovi virus che rappresentano una combinazione di virus umani, aviari e suini. Nel corso degli anni, sono emerse varie varianti di virus influenzali suini, identificando attualmente 4 sottotipi principali nei maiali: H1N1, H1N2, H3N2 e H3N1.

L’influenza suina ha attirato l’attenzione sin dalla sua prima descrizione nel 1918. In quell’anno, negli allevamenti suini del centro-nord degli Stati Uniti, comparve una “nuova malattia” simile all’influenza umana, che nel 1918 divenne pandemica causando circa 20 milioni di morti in tutto il mondo. Nonostante la malattia fosse probabilmente presente nei suini prima di questa data, il dr. J.S. Koen fu il primo a riconoscerla nel 1922, utilizzando la denominazione “influenza” anche nel suino e suggerendo un’origine umana dell’infezione. Shope isolò il virus responsabile nel 1930, consolidando la comprensione dell’influenza suina. Tuttavia, le caratteristiche dell’infezione nella parte centro-settentrionale degli Stati Uniti non hanno subito cambiamenti significativi dal 1918 ad oggi, con diversi virus influenzali del tipo A che ne sono responsabili.

Come si contrae l’influenza suina? I virus dell’influenza A/H1N1 possono essere trasmessi sia dai maiali all’uomo che viceversa, con il principale rischio derivante dall’esposizione ad animali infetti o ambienti contaminati (stalle, fiere, ecc.). La trasmissione da persona a persona è rara ma possibile, avvenendo attraverso le stesse modalità dell’influenza stagionale:

Direttamente: tramite goccioline respiratorie e saliva emesse con tosse e starnuto.

Indirettamente: attraverso le mani in contatto con oggetti e superfici contaminati, portate a occhi, naso o bocca senza lavarle.

I luoghi a rischio di contagio sono simili a quelli dell’influenza stagionale, includendo ambienti affollati sia chiusi (cinema, mezzi pubblici) che aperti (manifestazioni sportive, concerti). Fattori favorevoli alla trasmissione includono il freddo e l’umidità.

Quali sono i fattori di rischio? L’infezione umana da virus dell’influenza suina è più comunemente associata all’esposizione diretta o indiretta a maiali infetti, vivi o morti, e all’ambiente contaminato dalle loro secrezioni ed escrezioni. Ciò è particolarmente riscontrato tra lavoratori addetti ad allevamenti e industrie suinicole, così come tra coloro che partecipano a fiere zootecniche.

È possibile contrarre l’influenza suina mangiando carne di maiale? L’infezione da virus dell’influenza suina non si trasmette attraverso il consumo di carne di maiale o derivati adeguatamente manipolati e cucinati. Tuttavia, è importante seguire le pratiche di sicurezza alimentare universali, come cuocere la carne in modo completo (anche le parti più interne) a una temperatura di almeno 70-80 gradi centigradi, per prevenire altre tossinfezioni alimentari, come listeria e salmonellosi.

Come si può diagnosticare l’influenza suina nell’uomo? Per diagnosticare l’infezione da virus dell’influenza A, è necessario prelevare un campione di secrezioni respiratorie (tampone nasale o faringeo) nei primi 4-5 giorni dall’inizio dei sintomi, quando è più probabile la diffusione del virus. Per identificare il virus dell’influenza suina, è essenziale inviare il campione a un laboratorio di riferimento della rete Influnet, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.

Quali sono i sintomi dell’influenza suina nell’uomo? I sintomi dell’infezione da virus dell’influenza suina possono variare e, nella maggior parte dei casi, sono simili a quelli dell’influenza stagionale “classica”, tra cui:

– Febbre con brividi;

– Mal di gola;

– Dolori muscolari;

– Tosse;

– Sonnolenza;

– Affaticamento;

– Riduzione dell’appetito;

– Dolori muscolari.

Alcune persone con febbre suina possono anche manifestare:

– Naso che cola;

– Mal di testa;

– Mal di gola;

– Irritazione agli occhi;

– Nausea;

– Vomito;

– Diarrea.

Ma quanto può diventare grave l’influenza suina per l’uomo? La febbre suina può manifestarsi in modo leggero o grave. La sintomatologia, spesso simile a quella dell’influenza stagionale, include febbre, sonnolenza, mancanza di appetito e tosse. È importante notare che i sintomi possono progredire, dando luogo a una forma grave di malattia respiratoria che, in alcuni casi, può risultare fatale.

Come trattare i pazienti con influenza suina? Per trattare un’eventuale infezione da virus dell’influenza suina, attualmente si consiglia l’uso di farmaci antivirali specifici noti come inibitori della neuraminidasi. Questi farmaci possono ridurre la durata dei sintomi di qualche giorno e limitare la moltiplicazione virale nelle cellule. Tuttavia, è fondamentale iniziare il trattamento entro due giorni dall’esordio dei sintomi, il che potrebbe rivelarsi logisticamente complicato in caso di un’epidemia diffusa a livello globale.

Gestione cookie