Gli effetti dei tatuaggi sul sistema immunitario: l’allarme di uno studio

Gli effetti dei tatuaggi sul sistema immunitario

Gli effetti dei tatuaggi sul sistema immunitario | Pixabay @zamrznutitonovi - Saluteweb

Federico Liberi

5 Dicembre 2025

Uno studio internazionale rivela che i pigmenti dei tatuaggi possono accumularsi nei linfonodi, alterando il sistema immunitario

Un recente studio internazionale ha acceso i riflettori sugli effetti a lungo termine dei tatuaggi sul sistema immunitario, sollevando importanti interrogativi sulla sicurezza degli inchiostri impiegati. La ricerca, guidata dall’immunologa italiana Arianna Capucetti e coordinata dall’esperto in immunologia Santiago F. González, direttore di un gruppo di ricerca all’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) di Bellinzona affiliato all’Università della Svizzera italiana (USI), si basa su approfondite analisi sperimentali condotte sui topi e pubblicate sulla rivista scientifica di rilievo internazionale PNAS.

Tatuaggi e sistema immunitario: l’accumulo dei pigmenti nei linfonodi e la risposta infiammatoria

Secondo lo studio, l’inchiostro per tatuaggi non rimane confinato nella pelle, ma migra rapidamente attraverso il sistema linfatico fino a concentrarsi nei linfonodi, organi fondamentali per la risposta immunitaria. Qui, i pigmenti – soprattutto quelli di colore nero e rosso – innescano una reazione infiammatoria che si articola in due fasi: una acuta, della durata di circa due giorni, seguita da una fase cronica che può protrarsi per anni. Durante questa seconda fase, i macrofagi – cellule chiave del sistema immunitario deputate alla rimozione di agenti estranei – inglobano i pigmenti senza riuscire a degradarne la sostanza, provocando la morte cellulare e un progressivo indebolimento della funzione immunitaria.

Gli effetti dei tatuaggi sul sistema immunitario
Gli effetti dei tatuaggi sul sistema immunitario | Pixabay @Xeniya_Stetsenko – Saluteweb

 

Questa condizione cronica genera un circolo vizioso in cui nuove cellule immunitarie vengono continuamente coinvolte nel contatto con l’inchiostro, compromettendo nel tempo la capacità di difesa dell’organismo. La ricerca evidenzia inoltre che questo fenomeno può influire negativamente sulla risposta immunitaria ai vaccini, osservata in modelli murini con una riduzione significativa della produzione di anticorpi.

Implicazioni per la salute e necessità di ulteriori studi

L’analisi dei pigmenti più diffusi – nero, rosso e verde – è stata effettuata in un contesto sperimentale con topi, e pertanto gli stessi risultati dovranno essere confermati in studi umani. Tuttavia, la persistenza e la tossicità di alcuni pigmenti sono problematiche che richiedono attenzione, soprattutto considerando che nel 2022 in Italia sono stati ritirati dal mercato nove inchiostri contenenti sostanze cancerogene. La varietà e la composizione chimica degli inchiostri, spesso miscelati tra loro, rappresentano un ulteriore elemento di complessità nella valutazione del rischio.

Un precedente studio del 2017, coordinato da Ines Schreiver all’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), aveva già dimostrato che le nanoparticelle di pigmento possono attraversare la pelle e depositarsi nei linfonodi e nel flusso sanguigno, associando tale fenomeno a un rigonfiamento cronico di questi ultimi.

Santiago F. González e la ricerca sull’immunologia dei tatuaggi

Il coordinatore dello studio, Santiago F. González, è una figura di rilievo nel campo dell’immunologia. Professore straordinario all’USI dal 2022, González ha maturato una carriera internazionale che include dottorati in microbiologia e immunologia conseguiti rispettivamente in Spagna e Danimarca, oltre a un’esperienza post-dottorale alla Harvard Medical School di Boston. Il suo gruppo di ricerca all’IRB di Bellinzona si occupa di caratterizzare le risposte immunitarie in diversi contesti patologici, incluse infezioni virali e tumori, e ha pubblicato su riviste di altissimo impatto come Science Advances e Nature Microbiology.

L’allarme lanciato da questo studio svizzero, che ha coinvolto 12 gruppi di ricerca internazionali, rappresenta un passo significativo verso una maggiore comprensione degli effetti immunologici associati ai tatuaggi e sottolinea l’urgenza di approfondire la sicurezza degli inchiostri attualmente in uso, soprattutto alla luce dell’aumento globale della popolazione tatuata, che oggi coinvolge circa una persona su cinque.

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