Una cattiva qualità e quantità del sonno potrebbero aumentare il rischio di sviluppare l’asma. È quanto emerso da un nuovo studio, pubblicato sulle pagine della rivista specializzata BMJ Open Respiratory Research, che ha indagato l’impatto di un cattivo riposo sulla probabilità di sviluppare l’asma, una delle malattie respiratorie croniche più diffuse nel mondo.
“Precedenti ricerche hanno già dimostrato che l’asma tende a portare a problemi di sonno, noi abbiamo cercato di capire se vale anche il contrario, cioè se dormire male ha un impatto sulla probabilità di sviluppare l’asma“, hanno spiegato i ricercatori. Per farlo, il team di ricerca ha esaminato i dati di oltre 450mila persone, di età compresa tra 38 e 73 anni, raccolti dal 2006 al 2010 nella UK Biobank. A 10 anni di distanza, a quasi 18mila partecipanti è stata diagnosticata l’asma. In particolare, confrontando i dati, i ricercatori hanno dimostrato che i soggetti con una predisposizione genetica e cattive abitudini del sonno avrebbero il doppio delle probabilità di sviluppare l’asma. Al contrario, un buon riposo sarebbe associato a un minor rischio di soffrire di asma, indipendentemente dalla suscettibilità genetica. “In genere, avere una predisposizione genetica comporta un rischio maggiore del 25-30% di sviluppare l’asma“, ha riferito l’allergologa e immunologa Juanita Mora, portavoce nazionale dell’American Lung Association. “Ma le persone con geni ad alto rischio e buone abitudini del sonno avevano un rischio leggermente inferiore di sviluppare l’asma rispetto ai soggetti che avevano un basso rischio genetico e che dormivano male“, hanno sottolineato i ricercatori, secondo cui monitorando e trattando le condizioni del sonno sarebbe possibile ridurre il rischio di soffrire di asma.
L’asma è una malattia complessa, nella quale giocano un ruolo sia fattori genetici che ambientali. È causata da un’iperattività dei bronchi che reagiscono in maniera abnorme a diversi stimoli, allergici, immunologici o chimico-fisici, chiudendosi e impedendo all’aria di entrare e uscire e, dunque, bloccando la respirazione. Ne esistono diverse forme. I pazienti con asma grave rappresentano una piccola quota degli asmatici, circa il 10%, ma costituiscono un sottoinsieme particolarmente importante perché sono quelli che hanno una peggiore qualità della vita. Quanto alla sintomatologia, l’asma si manifesta con sintomi come dispnea, respiro sibilante, difficoltà a respirare, senso di costrizione al torace, tosse cronica anche secca. Nonostante sia una malattia cronica, è possibile controllarne il decorso, riducendo gli attacchi d’asma e le loro conseguenze, come i sibili e la tosse, e le difficoltà respiratorie.
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