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Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), cos’è e quali sono i sintomi

L’ex calciatore Jermaine Pennant, oggi 40enne, che nella sua carriera ha vestito tra le altre le maglie di Arsenal e Liverpool, ha sperperato milioni di euro finendo in bancarotta e ha addirittura dimenticato di possedere una casa a causa dell’ADHD. L’ADHD è una condizione comportamentale definita da disattenzione, iperattività e impulsività. Di solito i sintomi compaiono tipicamente in tenera età e diventano più evidenti man mano che il bambino cresce. Alcuni bambini manifestano difficoltà soprattutto di attenzione prolungata, concentrazione e capacità di portare a termine le attività; altri bambini sono iperattivi e impulsivi; altri ancora manifestano entrambi gli stati.

Foto Pixabay | @FeeLoona

Di cosa si tratta

Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD) è un disturbo neuroevolutivo. Sebbene i bambini con ADHD spesso si comportino in modo iperattivo e impulsivo, l’ADHD non è un disturbo comportamentale. Si stima che interessi il 5-15% dei bambini con un’incidenza doppia nei maschi.  Molte manifestazioni del disturbo sono spesso rilevate prima dei 4 anni e regolarmente prima dei 12 anni, ma possono non influire in modo significativo sul rendimento scolastico e sui rapporti sociali fino all’età scolare media. Ci sono tre forme di ADHD: inattenzione, iperattività-impulsività e una combinazione delle due forme. I sintomi del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività possono essere di entità da lieve a grave, possono diventare esagerati o costituire un problema in alcuni ambienti, in particolare a casa del bambino o a scuola.

Le cause

Per questo disturbo non è ancora nota alcuna causa specifica, anche se sono spesso presenti fattori genetici ereditari. La ricerca indica che probabilmente l’ADHD è causato da alterazioni dei neurotrasmettitori (sostanze che trasmettono gli impulsi nervosi al cervello). Alcuni altri fattori di rischio sono basso peso alla nascita (inferiore a 1.500 grammi), lesioni craniche, infezioni cerebrali, carenza di ferro, apnea ostruttiva nel sonno ed esposizione a piombo, nonché ad alcol, tabacco o cocaina, prima della nascita.

Foto Pixabay | @Monoar_CGI_Artist

La diagnosi

La diagnosi di ADHD si basa sul numero, sulla frequenza e sulla gravità dei segni. I bambini devono presentare 6 o più segni di disattenzione o di iperattività e impulsività e questi segni devono essere presenti in almeno due ambienti separati (casa e scuola). È bene tenere presente che la presenza di segni solo a casa o solo a scuola e mai altrove non viene definita ADHD perché i segni potrebbero scaturire dalla situazione specifica. C’è da dire che in molte occasioni la diagnosi risulta difficile, in quanto dipende dalla valutazione soggettiva dell’osservatore. I disturbi dell’apprendimento sono comuni: molti bambini vengono sottoposti a test psicologici per valutare la presenza di ADHD e individuare uno specifico disturbo dell’apprendimento come causa della disattenzione o come problema coesistente.

La terapia

Soprattutto due: terapia comportamentale e farmaci stimolanti. Quest’ultimi contribuiscono ad alleviare i sintomi e consentono ai bambini di partecipare con maggior facilità alle attività scolastiche e di altro tipo. Soprattutto i bambini più piccoli traggono giovamento dalla terapia combinata. Per i bambini in età prescolare, la sola terapia comportamentale potrebbe essere sufficiente.

Redazione Saluteweb

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