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Cos’è la dislipidemia e come si può curare

Questa condizione si manifesta attraverso un’alterazione nei livelli di lipidi nel sangue. Per curarla può essere necessario apportare dei cambiamenti allo stile di vita ed eventualmente ricorrere a terapie farmacologiche

La dislipidemia è una condizione clinica che si manifesta attraverso un’alterazione nei livelli di lipidi nel sangue, in particolare colesterolo e trigliceridi. Questi grassi sono essenziali per il nostro organismo: il colesterolo è fondamentale per la sintesi di ormoni e vitamine, mentre i trigliceridi fungono da riserve energetiche. Tuttavia, quando i loro livelli superano i valori normali, il rischio di malattie cardiovascolari aumenta significativamente.

Cause della dislipidemia

La dislipidemia può avere numerose origini. Una delle cause più comuni è la predisposizione genetica, che può portare a una produzione eccessiva di colesterolo e trigliceridi o a difficoltà nell’eliminazione di questi lipidi. Inoltre, uno stile di vita poco salutare, come la sedentarietà, una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri, o l’abuso di alcol, gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di questa condizione. Anche alcune patologie, come il diabete, l’obesità, l’ipotiroidismo e l’insulino-resistenza, possono contribuire all’insorgenza della dislipidemia, così come l’assunzione di determinati farmaci, tra cui i contraccettivi orali e i glucocorticoidi.

Sintomi e diagnosi

Spesso, la dislipidemia non presenta sintomi evidenti fino a quando non provoca danni significativi, come la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, che possono portare a condizioni gravi come infarti o ictus. Nei casi di ipercolesterolemia familiare, è possibile osservare segni clinici caratteristici, come xantomi tendinei, xantelasmi o un arco corneale, tutti segnali di accumulo di colesterolo che richiedono attenzione medica.

La diagnosi di dislipidemia è relativamente semplice e si basa su un prelievo di sangue, che permette di misurare i livelli di colesterolo totale, LDL (il colesterolo “cattivo”), HDL (il colesterolo “buono”) e trigliceridi. Le linee guida raccomandano controlli regolari, ogni 4-6 anni per gli adulti sani, e ogni 1-2 anni per le persone con fattori di rischio cardiovascolare. Per chi ha già ricevuto una diagnosi di dislipidemia, i controlli devono essere più frequenti e seguire le indicazioni del medico curante.

Prevenzione e trattamento

La prevenzione della dislipidemia è un aspetto cruciale per mantenere la salute cardiovascolare.  In particolare, è importantissimo a apportare modifiche allo stile di vita. Un’attività fisica regolare è fondamentale: si raccomandano almeno 150 minuti a settimana di esercizio aerobico, come camminata veloce, corsa, nuoto o ciclismo, per migliorare il metabolismo lipidico e gestire il peso.

Dal punto di vista alimentare, la dieta mediterranea si rivela particolarmente efficace nella prevenzione della dislipidemia. Questa dieta è caratterizzata da un elevato consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce e olio extravergine d’oliva, tutti alimenti che aiutano a mantenere un profilo lipidico equilibrato. È essenziale limitare l’assunzione di zuccheri raffinati, grassi saturi e alcol, poiché questi contribuiscono all’aumento dei livelli di colesterolo LDL e dei trigliceridi.

Un’alimentazione equilibrata deve includere almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, privilegiando quelli di stagione. Proteine magre come pesce, pollo, tacchino e legumi sono preferibili rispetto a carni rosse grasse. I cereali integrali, come pane e pasta integrali, aiutano a mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue. Anche i semi e la frutta secca, come noci e mandorle, sono ottimi alleati per migliorare il profilo lipidico, purché consumati con moderazione.

Un altro aspetto chiave nella prevenzione della dislipidemia è smettere di fumare. Infatti il fumo aumenta l’infiammazione dei vasi sanguigni e accelera la formazione di placche aterosclerotiche, incrementando il rischio di eventi cardiovascolari. Smettere di fumare porta a miglioramenti evidenti del profilo lipidico già dopo pochi mesi.

Quando le modifiche allo stile di vita non sono sufficienti, può essere necessario ricorrere a terapie farmacologiche. Esistono diverse classi di farmaci utilizzati per trattare la dislipidemia. Le statine, come atorvastatina e simvastatina, sono tra i più comuni e agiscono inibendo la sintesi del colesterolo nel fegato. Altri farmaci, come l’ezetimibe, riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo, mentre i leganti degli acidi biliari costringono il fegato a utilizzare più colesterolo per produrre nuovi acidi biliari.

Negli ultimi anni, sono stati sviluppati nuovi farmaci, come gli inibitori del PCSK9, che offrono nuove speranze per i pazienti con dislipidemia difficile da trattare. Questi farmaci agiscono aumentando la rimozione del colesterolo LDL dal sangue, rappresentando una valida opzione per chi non tollera le statine o per chi necessita di ulteriori riduzioni.

La dislipidemia è una condizione che richiede attenzione e intervento precoce. Con una diagnosi tempestiva e un approccio mirato alla modifica dello stile di vita e, se necessario, all’uso di farmaci, è possibile gestire efficacemente i livelli di lipidi nel sangue e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. La collaborazione tra paziente e medico è fondamentale per individuare il piano terapeutico più adatto e migliorare la salute a lungo termine.

Redazione

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