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Colecistectomia, ecco cos’è l’operazione fatta da Antonio Conte

Si è operato per rimuovere la cistifellea Antonio Conte, tecnico del Tottenham. A dare la notizia è stato lo stesso club inglese, per poi spiegare che tutto è andato per il verso giusto. Si è arrivati a questo intervento in seguito ai forti dolori addominali provati dall’allenatore. L’esito dei controlli diagnostici e il consulto medico hanno chiarito il quadro clinico e il percorso da affrontare. “Recentemente Antonio Conte si è ammalato riportando forti dolori addominali”, hanno spiegato gli Spurs in un comunicato. Da parte sua, l’ex ct non sarà in panchina domenica 5 febbraio nell’importante sfida contro il Manchester City di Pep Guardiola (ore 17.30). “Grazie per i messaggi, l’operazione è andata bene e sto già meglio. Adesso è il tempo di recuperare, non vedo l’ora di tornare sul campo con la squadra”, ha raccontato in una storia pubblicata sul proprio profilo Instagram.

Foto Pixabay | @Mikes-Photography

Cos’è la cistifellea

Si tratta dell’organo localizzato poco al di sotto del fegato e ha il compito di agglomerare la bile prodotta dal fegato, necessaria per la digestione e l’assorbimento dei grassi. I sintomi più comuni, avuti anche da Conte, sono dolori addominali molto forti, febbre e nausea. A richiederne l’asportazione è la presenza di calcoli in quest’organo. In tali casi, la tecnica migliore è la colecistectomia laparoscopica. In sostanza, consiste nell’inserire nell’ombelico un tubicino munito di telecamera per osservare l’interno dell’addome. Da altri tre fori praticati nella pancia sono poi introdotti strumenti microchirurgici, grazie a cui è possibile estrarre la colecisti aiutandosi con una sorta di sacchetto. In molte circostanze l’intervento, che si esegue in anestesia generale, ha una durata che oscilla da 45 minuti a un’ora.

L’operazione

Una volta asportata la cistifellea sono applicati quattro cerotti in corrispondenza dei fori in cui sono stati inseriti gli strumenti microchirurgici. Qualora l’organo sia molto infiammato, può essere necessario il ricorso a un drenaggio, da togliere l’indomani. Il decorso dell’intervento non è molto delicato. Infatti, già dal giorno successivo è possibile fare pasti leggeri e alzarsi dal letto. In genere, le dimissioni avvengono due giorni dopo il ricovero. Per recuperare bisogna mangiare cibi facilmente digeribili ed evitare sforzi. Dopo l’asportazione della cistifellea la bile secreta dal fegato è riversata direttamente nel duodeno, uno dei tre segmenti, insieme al digiuno e all’ileo, in cui si suddivide l’intestino tenue. Per abituarsi a questo cambiamento possono occorrere alcuni giorni ed è possibile avvertire lievi dolori all’addome.

Foto Pixabay | @jorono

Il problema dei calcoli

Perché si rende necessario l’intervento di colecistectomia? Si rende quasi sempre necessario a seguito della formazione di calcoli a base di colesterolo nella cistifellea. A favorire la comparsa di questi “sassolini” può essere una predisposizione genetica, ma anche il diabete, il sovrappeso e un’alimentazione ricca di grassi. Una situazione molto pericolosa è se il calcolo raggiunge il pancreas. In questo caso si rischia la pancreatite.

Redazione Saluteweb

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