Carenza di somatotropina, che impatto ha sull’organismo?

Scoperto da Evans nel 1912, l’ormone della crescita è stato ampiamente esplorato per le sue funzioni biologiche e il suo ruolo chiave nell’omeostasi dell’organismo. Quando utilizzato a fini terapeutici, è stato oggetto di studio per valutare potenziali benefici ed effetti collaterali. Il GH, noto anche come somatotropina o ormone somatotropo (STH), è un mediatore biochimico di natura peptidica prodotto dall’ipofisi o ghiandola pituitaria. Ma quali sono le sue funzioni? E qual è il suo impatto sull’organismo? Ecco le risposte.

Somatotropina, ecco a cosa serve l’ormone della crescita

Inducendo la produzione di IGF-1 (fattore di crescita simile all’insulina) – un potente fattore anabolico derivato dal fegato – l’ormone della crescita è principalmente coinvolto in:

  1. Accrescimento corporeo generale;
  2. Regolazione di numerosi processi metabolici, sia anabolici che catabolici.

È naturale che l’ormone somatotropo venga secreto in maggiori quantità durante lo sviluppo; dopo questo periodo, i livelli diminuiscono progressivamente e inevitabilmente.

Questo declino, sebbene inevitabile, può essere influenzato dallo stile di vita, che gioca un ruolo significativo sia nel breve che nel lungo termine.

Quanto è possibile aumentare di statura con l’ormone della crescita? Attualmente, non ci sono dati soddisfacenti riguardo all’aumento di altezza in individui sani a cui è stato somministrato l’ormone somatotropo esterno. Un unico studio a lungo termine condotto in Francia ha riportato guadagni medi di 3,5 cm su bambini di bassa statura. Tuttavia, basandoci su questi risultati, la terapia con ormone della crescita per l’aumento di statura potrebbe essere considerata inefficace, soprattutto considerando i rischi e i costi associati.

Scritta su un foglio "ormone della crescita"
Immagine | Pixabay @MdBabulHosen – Saluteweb.it

Perchè questo ormone è importante anche per gli adulti? Dal punto di vista “fisiologico”, negli adulti, livelli elevati di growth hormone sono correlati a una più efficace ritenzione di azoto, all’ossidazione efficiente delle riserve lipidiche e a un significativo effetto anti-aging che coinvolge vari sistemi dell’organismo.

E perché lo é anche per gli sportivi? L’ormone della crescita riveste un ruolo cruciale anche per gli atleti. Negli atleti di resistenza, durante sforzi prolungati e intensi, favorisce la glicogenolisi, esercitando un’azione iperglicemizzante. In tutti gli atleti, specialmente quelli di forza, potenza e velocità, contribuisce al recupero e alla supercompensazione muscolare.

La produzione di ormone somatotropo segue un modello episodico, principalmente durante le prime ore del sonno notturno, mentre durante il giorno è quasi inesistente.

Nei soggetti umani, i livelli plasmatici di ormone della crescita oscillano tra 1 e 5 ng/ml; situazioni di stress o intensi allenamenti possono portare a picchi di 10 ng/ml.

L’ormone della crescita è sintetizzato in quantità massime durante l’adolescenza e poi inizia a diminuire. La diminuzione più significativa si verifica dopo i 30 anni, dimezzandosi a 50 anni rispetto ai livelli giovanili e arrivando a un terzo a 70 anni.

Questo potrebbe suggerire che la mancanza di sonno notturno potrebbe influenzare la sintesi di ormone della crescita, ma fortunatamente non è così. Con una buona qualità e quantità di sonno, il metabolismo dei lavoratori notturni può adattarsi efficacemente, anticipando o posticipando la secrezione.

Tuttavia, è innegabile che uno stile di vita sano può ottimizzare la produzione di ormone somatotropo, mentre cattive abitudini possono pregiudicare la sua sintesi.

La sintesi endogena di ormone somatotropo è regolata da due peptidi: il GHRH (ormone di rilascio della somatotropina) stimola la produzione, mentre la SST o SRIF (somatostatina) inibisce il rilascio. La somatostatina ha un effetto di “feedback negativo” inibendo l’ormone della crescita, prevenendo così effetti negativi da iperproduzione.

La somatostatina regola il ritmo e la durata dei picchi, mentre il GHRH ne regola l’ampiezza. L’IGF-1 prodotto dal fegato inibisce anche la secrezione dell’ormone della crescita.

Nel flusso sanguigno, l’ormone della crescita circola legato a una proteina di trasporto chiamata GHBP, principalmente prodotta nel fegato. Una volta nella cellula bersaglio, l’ormone della crescita si lega a un recettore di membrana, attivando segnali intracellulari mediati dalla tirosin-chinasi.

Diversi stimoli fisiologici possono amplificare la secrezione di ormone della crescita, sovrapponendosi alla normale liberazione circadiana. Tra questi troviamo:

– Stress: in modo paradossale, poiché può aumentare anche il cortisolo, che, come vedremo, è invece inibitorio.

– Traumi fisici.

– Shock.

– Sepsi.

– Digiuno (ipoglicemia): paradossalmente, poiché la carenza proteica è, nel cronico, un elemento sfavorevole.

– Testosterone.

– Ipoglicemia.

– Esercizio fisico (acido lattico).

– Alte concentrazioni di arginina, lisina e altri amminoacidi.

Quando ci riferiamo a livelli sub-ottimali di ormone somatotropo in una persona sana, intendiamo una condizione non grave che potrebbe migliorare con alcuni accorgimenti.

Le principali cause di livelli non ottimali di ormone della crescita includono:

– Alterazioni del ciclo sonno-veglia o una quantità o qualità di sonno insufficienti;

– Sedentarietà;

– Obesità, con un pessimo rapporto tra massa magra e grassa a favore di quest’ultima;

– Alimentazione cronica povera di proteine;

– Iperglicemia, derivante da diabete o insulinoresistenza;

– Utilizzo di glucocorticoidi, come livelli anormalmente alti di cortisolo;

– Ipertiroidismo;

– Somatostatina;

– Feedback negativo dall’IGF-1.

Per massimizzare la sintesi endogena di ormone della crescita, è fondamentale:

– Stabilizzare il ritmo sonno-veglia, considerando anche un aumento della durata e un miglioramento della qualità del sonno;

– Adottare regolarmente un’attività fisica, preferibilmente con una componente di esercizi ad alta intensità;

– Seguire una dieta equilibrata, con un adeguato apporto proteico, e, se necessario, ipocalorica in caso di sovrappeso.

L’ormone della crescita risponde all’esercizio acuto con un aumento significativo, con una risposta più rapida all’aumentare dell’intensità. In particolare:

– Per attività di endurance come podismo, ciclismo o sci di fondo, il picco di risposta si verifica tra i 25 e i 60 minuti.

– Per esercizi di durata inferiore a 20 minuti, il picco si manifesta tra la fine del quinto e il quindicesimo minuto del periodo di recupero.

Ma come impostare l’allenamento per l’ipertrofia per sfruttare al meglio l’ormone della crescita? L’allenamento sembra potenziare la secrezione di ormone della crescita, specialmente in risposta all’esercizio acuto, contribuendo all’aumento dell’IGF-1.

La massima risposta dell’ormone della crescita si manifesta durante esercizi ad alta intensità, non necessariamente legati al sollevamento pesi, ma che coinvolgono la glicolisi anaerobica e la produzione di lattato.

Pertanto, un programma di allenamento per i bodybuilder dovrebbe contemplare componenti di cedimento muscolare, basate sulla resistenza prolungata, con tempi sotto tensione muscolare elevati (TUT superiori ai 45”). Questo può essere ottenuto sia aumentando i TUT di singole ripetizioni che incrementando il numero complessivo di ripetizioni per serie.

Da notare che la risposta all’allenamento non è uniforme e lineare: atleti più allenati possono mostrare una minore risposta all’ormone della crescita a parità di intensità, poiché producono meno lattato durante l’esercizio.

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