Stili di vita

Allenamento e dolore al ginocchio: come comportarsi

La cosa più importante da capire è che il ginocchio è un’articolazione complessissima, con tante strutture diverse (per natura e funzioni) e che quindi correlare il dolore ad una specifica lesione non è facile, bisogna avere un occhio d’insieme. Inoltre, può capitare che il dolore sia irradiato ma che provenga da altre zone.

Il nostro approccio si basa su tre fasi

Immagine | Envato Elements

1- Gestione del dolore e mantenimento del range motorio e degli schemi motori di base

In questa prima fase cerchiamo con tecniche riabilitative manuali, strumentali, con bendaggi e soprattutto col movimento, di ridurre il dolore percepito, di gestire il gonfiore e l’infiammazione, cercando di mantenere un arco di movimento più ampio possibile. Ma non basta, la cosa più importante da valutare e preservare sono quegli schemi di movimento di base con i quali potremmo perdere familiarità a causa delle limitazioni causate dal dolore e quindi degli adattamenti posturali dinamici che andremo a fare. Molto spesso, sono proprio schemi motori non funzionali (con relative articolazioni incapaci di svolgere a dovere il loro compito) che obbligano il ginocchio a fare molto più di quanto sia pronto a fare in quel momento.

2 – Aumento del potenziale motorio, lavoro sulla forza e sui tessuti

È fondamentale iniziare il lavoro sulla Forza (ma non pensiamo semplicemente alla forza dei muscoli o del distretto, bensì la forza espressa dall’intero sistema in un movimento) come la spinta mentre lanciamo un oggetto pesante o nel saltare o nell’alzarsi. Tutto il range di movimento che abbiamo recuperato o mantenuto in prima fase è difficile che venga utilizzato nei movimenti se il sistema non ha una stabilità e forza tale da poter gestire quel grado di mobilità.

Immagine | Envato Elements

Lavorando su questi aspetti (coordinazione, ritmo articolare, forza in dinamiche globali) cerchiamo di condizionare ed aiutare fisiologicamente i tessuti a migliorare sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista dinamico e fisiologico. Infatti insegnando al comprimere col giusto ritmo le ginocchia, ad estendere e cercare il carico, ad allungare ritmicamente i diversi comparti, otteniamo anche un miglioramento nelle dinamiche vascolari e di nutrimento dell’intera articolazione.

3 – Impatto a terra, contatto e instabilità

Nell’ultima fase (in cui consideriamo il dolore praticamente scomparso) ciò che più ci preme è rendere la persona pronta per sfruttare al massimo il suo ginocchio sia nella vita che nello sport! Cioè renderla capace di gestire imprevisti, cambi repentini di movimento o scelta motoria, instabilità e forti impatti a terra.

Massimo Coretti

Recent Posts

HIV, torna l'Anlaids Charity Dinner a Roma per sostenere la ricerca

Roma, 13 giugno 2025 – È tornata a Roma l'Anlaids Charity Dinner, l’evento annuale organizzato…

3 giorni ago

Nursing Up lancia l’allarme per l’estate: “Solo 2 infermieri ogni 25 pazienti”

Per quest'estate Nursing Up lancia un allarme preoccupante: il numero di infermieri è troppo basso…

3 giorni ago

Caldo estremo, Sima: Seri rischi sanitari per fragili e pazienti cronici

Roma, 12 giugno 2025 – L’Italia è attualmente interessata da un’ondata di caldo che, secondo…

4 giorni ago

Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie, l’OMS: “Resta emergenza sanitaria mondiale”

Il vaiolo delle scimmie continua a fare paura in tutto il mondo, l'OMS avverte: "casi…

6 giorni ago

Alzheimer, progressi nella diagnosi: il ruolo dell’intelligenza artificiale

Un significativo progresso nella diagnosi della malattia di Alzheimer è rappresentato dall'intelligenza artificiale: ecco tutte…

7 giorni ago

Iss rivela che oltre 200 malattie sono causate dal consumo di cibo non sicuro

Lo rivela l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza…

1 settimana ago