Una minaccia silenziosa: l’Ehrlichiosi, la malattia da zecca che preoccupa veterinari e proprietari
Hai mai pensato che una semplice passeggiata tra i prati con il tuo cane possa nascondere un pericolo invisibile? Se credi che la leishmaniosi sia l’unica malattia da temere per il tuo amico a quattro zampe, preparati a cambiare idea. C’è un’altra insidia, spesso sottovalutata, che si annida tra i peli dei nostri animali: l’Ehrlichiosi, una patologia subdola trasmessa dalle zecche, capace di mettere a dura prova la salute non solo dei cani, ma anche degli esseri umani.
Ehrlichiosi: cosa succede davvero quando la zecca morde?
Siamo abituati a pensare alle zecche come fastidiose compagne delle scampagnate estive, ma pochi sanno che possono essere vettori di pericolosi batteri, in particolare quelli appartenenti al genere Ehrlichia. Questi microrganismi, una volta entrati nell’organismo del cane tramite il morso della zecca infetta, si insediano all’interno delle cellule del sangue, dando il via a una malattia che può manifestarsi con sintomi molto diversi.
Ma sapevi che alcune specie di Ehrlichia possono contagiare anche l’uomo? L’ehrlichiosi è infatti una delle cosiddette zoonosi, cioè malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo, e questa caratteristica la rende una vera e propria emergenza da non sottovalutare.
Non solo Leishmaniosi: la vera storia delle malattie da zecca
In Italia, la forma più comune di ehrlichiosi nei cani è quella causata da Ehrlichia canis, trasmessa dalla zecca del cane, la Rhipicephalus sanguineus. Ma attenzione: esistono altre specie di Ehrlichia, alcune delle quali più diffuse in altre parti del mondo, che possono scatenare sintomi ancora diversi e colpire sia i nostri animali domestici che noi.
Il ciclo è tanto inquietante quanto semplice: una zecca si nutre su un cane infetto, assorbe il batterio e poi, durante un successivo pasto di sangue, lo trasmette a un altro cane (o, più raramente, a un essere umano). Da quel momento, il destino dell’animale dipende da una corsa contro il tempo: l’incubazione può durare da una a tre settimane, e poi la malattia può esplodere in tre fasi, con sintomi che vanno dalla febbre alla perdita di appetito fino a problemi più gravi come emorragie, anemia e, in casi estremi, danni agli organi interni.
Sintomi: quando preoccuparsi?
Come capire se il cane è stato colpito dall’ehrlichiosi? I segnali sono spesso subdoli: letargia, dimagrimento, febbre, sanguinamenti dal naso o dalle gengive. In alcune zone d’Italia, se il cane zoppica, il veterinario penserà subito anche ad altre infezioni, come la borreliosi (la “malattia di Lyme”) o l’anaplasmosi, perché la zoppia è più tipica di queste patologie rispetto all’ehrlichiosi classica.
E i gatti? Sebbene siano più resistenti, anche loro possono ammalarsi, ma i casi documentati di ehrlichiosi felina sono ancora pochi e poco studiati.
Diagnosi e cure: una sfida che richiede attenzione
La diagnosi si basa su esami del sangue specifici, come ELISA, IFA o PCR, ma la presenza di anticorpi non sempre significa malattia in atto: in aree dove la ehrlichiosi è diffusa, molti cani risultano positivi semplicemente perché sono entrati in contatto col batterio.
La cura? Si chiama doxiciclina, un antibiotico da somministrare per almeno 28 giorni. E qui arriva il consiglio d’oro: non interrompere mai la terapia prima del tempo, anche se il cane sembra guarito! Sospendere troppo presto significa rischiare ricadute e, peggio ancora, favorire la comparsa di batteri resistenti.
Prevenire è meglio che curare: il ruolo degli antiparassitari
Quante volte il veterinario insiste sull’importanza degli antiparassitari? Non è solo una precauzione: proteggere il cane dalle zecche con spot-on, collari o compresse è il modo più sicuro per evitare una malattia che può lasciare strascichi a lungo, anche dopo la guarigione apparente. E ricorda: la prevenzione è una scelta di responsabilità anche verso la salute di tutta la famiglia.
Altre insidie nascoste tra le zecche
L’ehrlichiosi non è l’unico pericolo: zecche e altri parassiti possono trasmettere anche la babesiosi e la già citata borreliosi. E allora, la domanda resta: sei davvero sicuro di conoscere tutti i rischi che si nascondono dietro a una passeggiata nel verde?
Non abbassare la guardia. La salute del tuo cane – e la tua – può dipendere da gesti semplici, ma fondamentali.