Il panorama della ricerca medica e della cura delle malattie rare ha ricevuto un’importante notizia: il progetto dedicato alla leucemia mieloide acuta, promosso da Humanitas, ha conquistato il prestigioso Cracking Cancer Award 2025. Questo riconoscimento non è solo un traguardo per l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, ma rappresenta anche un passo significativo nella lotta contro una malattia che colpisce circa 2.100 persone all’anno in Italia, principalmente adulti. La leucemia mieloide acuta è un tumore ematologico molto aggressivo e le nuove strategie di cura, come quelle sviluppate nel Progetto Lia, sono fondamentali per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti.
Il Progetto Lia – Value Based Healthcare, realizzato in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Anna di Ferrara, ha avuto un impatto notevole nel migliorare l’assistenza ai pazienti affetti da leucemia mieloide acuta. In un contesto dove la rapidità con cui la malattia avanza rende cruciale un intervento tempestivo, il modello innovativo proposto è stato progettato per offrire un servizio di cura più efficace ed efficiente, riducendo al contempo l’impatto economico sui sistemi sanitari.
Il professor Matteo Giovanni Della Porta, Capo Sezione di Oncologia Medica ed Ematologia presso Humanitas, ha ritirato il riconoscimento, sottolineando l’importanza di un approccio più umano e integrato nella gestione della malattia. In effetti, il progetto ha dimostrato come un modello di cura basato sul valore possa trasformare i percorsi di assistenza, rendendoli più accessibili e sostenibili.
La leucemia mieloide acuta: un tumore raro e aggressivo
La leucemia mieloide acuta è una forma di cancro del sangue che si sviluppa nel midollo osseo e si caratterizza per la proliferazione incontrollata delle cellule immature, note come blasti. Questa malattia ostacola la produzione di cellule del sangue sane, portando a sintomi gravi e manifestazioni precoci come:
- Febbre
- Affaticamento
- Facilità alla formazione di ematomi
- Sanguinamenti
La rapidità della progressione della malattia rende essenziale un intervento medico tempestivo, con trattamenti che possono variare da chemioterapia a trapianto di midollo osseo, a seconda della gravità della condizione.
Il Progetto Lia ha coinvolto 18 clinici e più di 100 pazienti e caregiver, utilizzando un approccio innovativo che ha compreso interviste semi-strutturate, analisi dei bisogni e workshop di co-design. Questo modello ha permesso di raccogliere informazioni preziose per sviluppare un percorso di cura che non solo risponde alle esigenze cliniche, ma tiene conto anche degli aspetti emotivi e sociali della malattia.
I risultati del progetto e l’impatto sul Sistema Sanitario Nazionale
Uno degli aspetti più significativi del Progetto Lia è stato il suo impatto economico. Grazie all’implementazione del nuovo modello di Value Based Healthcare, sono stati registrati risultati impressionanti:
- Riduzione del 50% delle complicazioni cliniche
- Diminuzione del 20% dell’occupazione dei posti letto ospedalieri
Questo non solo migliora la qualità delle cure, ma genera anche un risparmio potenziale di circa 17,2 milioni di euro all’anno per il Sistema Sanitario Nazionale. Questi risultati sono particolarmente rilevanti in un contesto in cui il costo delle cure oncologiche rappresenta una sfida crescente per le famiglie e per il sistema sanitario. La capacità di offrire trattamenti più efficaci e meno costosi non solo allevia il peso economico sui pazienti e sui loro cari, ma contribuisce a creare un modello di assistenza sanitaria più sostenibile per il futuro.
Il futuro del Progetto Lia e l’espansione a livello nazionale
Il Progetto Lia non si ferma qui: si prevede un’estensione a livello nazionale, con l’obiettivo di adattare il modello alle specificità regionali. Attraverso un’analisi del rischio regionale, il progetto mira a garantire che gli stessi standard di continuità assistenziale e sicurezza siano disponibili in tutto il Paese. Questo approccio personalizzato è fondamentale per affrontare la variabilità delle esigenze sanitarie in diverse aree, assicurando che ogni paziente abbia accesso a cure di alta qualità, indipendentemente dalla propria posizione geografica.
Il Progetto Lia rappresenta quindi un esempio luminoso di come l’innovazione nella cura della salute possa portare a risultati concreti e misurabili, non solo per i pazienti ma anche per il sistema sanitario nel suo complesso. Con oltre 2,3 milioni di visite, più di 56.000 pazienti in pronto soccorso, e un team di oltre 3.000 dipendenti che operano in strutture con 45.000 ricoveri annuali e 800 medici, Humanitas si conferma come un leader nella ricerca e nella cura delle malattie oncoematologiche, continuando a lavorare per migliorare la vita di chi affronta queste sfide.