Gli Omega-3 rappresentano un nutriente essenziale con molteplici benefici per la salute, tra cui il potenziale rallentamento dell’invecchiamento biologico
Gli Omega-3, noti da tempo per i loro benefici sulla salute, potrebbero avere un ruolo fondamentale nel rallentare l’invecchiamento biologico. Un recente studio condotto dall’Università di Zurigo e da Altos Labs Limited ha dimostrato che l’assunzione di un grammo al giorno di Omega-3 può ritardare il processo di invecchiamento di circa quattro mesi in un periodo di tre anni. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Aging.
La ricerca ha coinvolto oltre 750 persone anziane, seguite per un periodo di tre anni. I partecipanti, tutti in buone condizioni di salute, sono stati suddivisi in otto gruppi per valutare gli effetti di diversi interventi: l’assunzione di 2.000 unità internazionali (UI) di vitamina D, il consumo di un grammo di Omega-3 al giorno e mezz’ora di esercizi fisici da fare a casa tre volte alla settimana. L’obiettivo era misurare il “ticchettio” di quattro differenti orologi epigenetici, indicatori molecolari dell’invecchiamento dell’organismo.
Gli scienziati hanno evidenziato come l’assunzione di Omega-3 abbia rallentato l’invecchiamento biologico su tre dei quattro orologi epigenetici analizzati. Questo effetto è risultato indipendente da fattori come l’età, il genere e l’indice di massa corporea dei partecipanti.
Gli Omega-3 sono acidi grassi polinsaturi essenziali, il che significa che il nostro organismo non è in grado di produrli autonomamente. Devono quindi essere assunti attraverso l’alimentazione. Tra le principali fonti di Omega-3 troviamo il pesce azzurro, il tonno, il salmone, le alghe, i semi di lino, la canapa, le noci, l’olio di soia e di colza, ma anche alcuni legumi come i fagioli e alimenti marini come calamari, polpo e vongole.
Secondo la Società Italiana di Nutrizione Umana, per gli adulti è considerata adeguata un’assunzione di 250 milligrammi al giorno di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), che possono arrivare a circa 450 milligrammi in gravidanza. Tuttavia, nei paesi con stili alimentari differenti, come gli Stati Uniti, le raccomandazioni possono variare e arrivare a oltre un grammo al giorno.
Laura Rossi, ricercatrice in nutrizione dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolinea che: “Per la popolazione generale coprire un’assunzione adeguata è relativamente facile: basta consumare due porzioni di pesce a settimana. In generale è vero che per gli Europei almeno non ci sono criticità nel raggiungere le assunzioni raccomandate“. Tuttavia, alcune categorie di persone, come i vegani o le donne in allattamento, potrebbero avere difficoltà a soddisfare il fabbisogno solo attraverso la dieta e necessitare di un’integrazione.
Lo studio ha evidenziato che gli Omega-3 potrebbero avere un effetto benefico sulla riduzione del rischio di cancro e sulla prevenzione della fragilità negli anziani. Inoltre, si è osservato che la combinazione di Omega-3, vitamina D ed esercizio fisico potenzia ulteriormente questi benefici. Tuttavia, gli stessi autori della ricerca invitano alla prudenza nell’interpretazione dei risultati.
Rossi avverte: “Ciclicamente assistiamo alla scoperta di nuovi vantaggi, nuove azioni di protezione, potenziamento, relativi non solo agli omega-3 ma a diversi integratori. Sarebbe opportuno non eccedere nelle quantità e non considerarli una panacea: non agiscono per potenziare la massa muscolare, migliorare le performance o il metabolismo, né funzionano per la prevenzione secondaria contro l’infarto per esempio“.
Infatti, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ricordano che un’integrazione fino a 5 grammi al giorno per tre o quattro mesi può essere considerata sicura, ma il consumo eccessivo potrebbe non apportare benefici aggiuntivi.
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