Tromboembolismo venoso: sintomi da non sottovalutare e cosa sapere

Tromboembolismo venoso: sintomi da non sottovalutare e cosa sapere

Tromboembolismo venoso: sintomi da non sottovalutare e cosa sapere

Silvia Costanzi

30 Settembre 2025

Il tromboembolismo venoso (TEV) è una condizione medica grave che si verifica quando si formano coaguli di sangue nelle vene, con potenziali conseguenze letali. Questa patologia è la terza più comune tra le malattie cardiovascolari, subito dopo l’infarto del miocardio e l’ictus. Il TEV si manifesta principalmente in due forme: la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare. Riconoscere i sintomi e i fattori di rischio è fondamentale per una diagnosi tempestiva e per prevenire complicazioni gravi.

Sintomi del tromboembolismo venoso

Identificare i sintomi del tromboembolismo venoso è cruciale. La trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare presentano segni distintivi che è importante conoscere.

Trombosi venosa profonda

I sintomi più comuni della trombosi venosa profonda includono:

  1. Arrossamento o calore della cute: La pelle sull’arto colpito può apparire rossa e calda al tatto.
  2. Dolore: Spesso localizzato al polpaccio, il dolore può essere acuto o sordo.
  3. Gonfiore: Un arto può apparire gonfio rispetto all’altro.
  4. Senso di pesantezza e tensione: Questi sintomi possono essere accentuati nel polpaccio.

Se la trombosi interessa il cervello, i sintomi possono includere:

  • Cefalea atipica: Mal di testa persistente e severo.
  • Confusione: Difficoltà di concentrazione.
  • Convulsioni: Crisi epilettiche dovute a attività elettrica anomala nel cervello.
  • Debolezza a un arto: Difficoltà a muovere una mano o una gamba.
  • Difficoltà a parlare: Problemi di eloquio.
  • Disturbi visivi: Visione offuscata o doppia.
  • Nausea e vomito: Sintomi gastrointestinali associati.
  • Sintomi neurologici: Alterazioni della sensibilità o della coordinazione motoria.

Se la trombosi si verifica nell’addome, i sintomi possono includere:

  • Dolore all’addome: Sensazione di dolore acuto o sordo.
  • Febbre: Aumento della temperatura corporea.
  • Gonfiore addominale: Distensione dell’addome.
  • Nausea e vomito: Sintomi gastrointestinali associati.
  • Sangue nelle feci: Un segnale allarmante che richiede immediata attenzione medica.

Embolia polmonare

I sintomi di un’embolia polmonare sono altrettanto critici e comprendono:

  1. Dispnea: Difficoltà respiratorie improvvise.
  2. Dolore toracico: Intenso, peggiorato dalla respirazione profonda.
  3. Sensazione di svenimento: Vertigini o perdita di coscienza.
  4. Tachicardia: Battito cardiaco accelerato.
  5. Tosse: Può essere accompagnata da espettorato di sangue.

Fattori di rischio

Il tromboembolismo venoso può colpire persone di tutte le età, ma alcuni fattori di rischio aumentano la suscettibilità. Questi includono:

  • Familiarità: Storia familiare di trombosi o trombofilia.
  • Età: Persone sopra i 60 anni sono più vulnerabili.
  • Mobilità ridotta: Periodi prolungati di immobilità, come durante lunghi viaggi in aereo.
  • Patologie oncologiche: Pazienti in trattamento per il cancro sono a maggiore rischio.
  • Terapie ormonali: Uso di contraccettivi orali o terapie ormonali post-menopausa.
  • Obesità: L’eccesso di peso aumenta il rischio di trombosi.
  • Gravidanza: Le donne in gravidanza presentano un rischio maggiore.
  • Fumo e alcol: Questi fattori possono aumentare ulteriormente il rischio se associati all’obesità.

Prevenzione

La prevenzione del tromboembolismo venoso è fondamentale, poiché molti casi possono essere evitati. È importante consultare uno specialista per valutare il rischio individuale e adottare misure preventive efficaci. Alcuni suggerimenti includono:

  1. Attività fisica: Praticare regolarmente esercizio fisico e muovere le gambe durante lunghi periodi di immobilità.
  2. Idratazione: Bere a sufficienza, soprattutto durante i viaggi lunghi.
  3. Calze elastiche: Utilizzare calze compressive se prescritte.
  4. Farmaci anticoagulanti: Seguire le indicazioni del medico riguardo a eventuali terapie anticoagulanti post-operatorie.

È essenziale che il personale sanitario valuti il rischio di tromboembolismo venoso al momento del ricovero, poiché i ricoveri ospedalieri sono responsabili di circa il 60% dei casi. La consapevolezza e la preparazione possono fare la differenza nella prevenzione di questa patologia seria, ma spesso evitabile.

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