Superano i 100 anni senza medicine: il segreto nascosto nelle zone blu del mondo

vivere a lungo.

Vivere in un luogo bello, semplice e a contatto con la terra contribuisce al benessere profondo. - www.saluteweb.it

Luca Antonelli

21 Agosto 2025

In alcune aree del mondo si vive più a lungo e in salute. Ma non è solo questione di genetica: dieta, relazioni e stile di vita contano più di quanto si pensi.

In alcune regioni del mondo, superare i 90 anni non è un’eccezione. Esistono aree, chiamate “zone blu”, dove gli abitanti vivono più a lungo, spesso superano i 100 anni e lo fanno in condizioni di salute sorprendentemente buone. Il termine è stato coniato dal ricercatore Gianni Pes, poi diffuso con gli studi di Dan Buettner, che ha identificato cinque luoghi con una concentrazione insolitamente alta di centenari.

Queste zone sono Okinawa (Giappone), Sardegna (Italia), Nicoya (Costa Rica), Ikaria (Grecia) e Loma Linda (California, USA). In apparenza diverse, queste comunità condividono abitudini di vita molto simili, spesso legate a uno stile di vita sobrio, alla forza dei legami sociali e a una dieta ricca di alimenti freschi e naturali. La genetica incide, ma non basta a spiegare questi risultati.

Gli studiosi che hanno analizzato queste realtà non parlano di ricette magiche o formule universali. Piuttosto, emerge un insieme di comportamenti quotidiani che, nel tempo, proteggono il corpo e la mente, rallentando l’invecchiamento e prevenendo molte malattie. Un equilibrio tra movimento, riposo, alimentazione e relazioni che nelle zone blu si tramanda da generazioni.

Cosa hanno in comune le zone blu nel mondo

In tutte le zone blu, l’alimentazione è semplice, vegetale, moderata. Le persone mangiano legumi, verdure di stagione, cereali integrali, frutta secca e pochissima carne. A Ikaria e Okinawa si usano erbe locali, infusi e tè. In Sardegna, il pane carasau, il vino Cannonau e i latticini di capra rappresentano elementi ricorrenti, ma sempre con misura. Il pasto non è mai eccessivo. In Giappone seguono il principio dell’hara hachi bu, ovvero fermarsi all’80% della sazietà.

dove si vive piu' a lungo.
Una delle caratteristiche delle zone blu: ambienti a misura d’uomo, immersi nel verde e nel silenzio. – www.saluteweb.it

Il movimento non è sportivo ma quotidiano. Si cammina, si coltiva, si sale a piedi. Nessuno corre in palestra, ma quasi tutti restano attivi fino a tarda età. Anche il riposo è rispettato: poco stress, orari regolari, pause durante il giorno. A Ikaria è consuetudine riposare nel pomeriggio. A Nicoya, la giornata inizia all’alba e termina presto. Le persone dormono bene, senza dispositivi elettronici nelle stanze.

Un altro tratto comune è il valore della comunità. Le relazioni familiari e sociali sono forti, continuative, solide. Gli anziani non vengono isolati o considerati un peso. Anzi, restano parte attiva della famiglia e della società. In Sardegna sono i nonni a custodire le tradizioni. A Loma Linda, una comunità avventista molto longeva, l’elemento spirituale e il supporto reciproco sono centrali.

Nessuna zona blu è ricca, ma tutte hanno ritmi lenti e connessioni umane profonde. Si vive di più, e meglio, perché si vive con meno fretta, meno rumore e più senso.

Perché queste abitudini funzionano davvero

Non si tratta solo di sopravvivere più a lungo, ma di vivere bene fino alla fine. Le ricerche mostrano che nelle zone blu l’incidenza di malattie cardiovascolari, diabete e demenze è molto più bassa. Il corpo invecchia, ma rimane efficiente. Il cervello resta lucido. L’invecchiamento non viene vissuto come una malattia, ma come una fase naturale, spesso attiva e piena di dignità.

Gli scienziati concordano su un punto: non è un singolo fattore a fare la differenza, ma l’insieme. Mangiare bene ma essere soli e stressati non basta. Avere amici ma dormire male e muoversi poco neppure. È la somma degli stili di vita, la costanza e la semplicità che costruiscono una longevità autentica.

Nei luoghi dove si vive di più non c’è l’ossessione per la salute, ma la salute è integrata nella vita quotidiana. Non si contano le calorie, non si rincorrono i superfood. Si mangia insieme, si rispettano i ritmi, ci si muove senza accorgersene. E si invecchia con meno paura, forse anche con più senso di appartenenza.

La sfida, fuori da queste isole di longevità, è adattare quei modelli a contesti urbani e moderni, senza cadere nei miti o nelle semplificazioni. Perché la vera lezione delle zone blu non è solo vivere più a lungo. È vivere meglio, ogni giorno.

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