La sindrome da alimentazione notturna, nota anche come NES (Night Eating Syndrome), è un disturbo alimentare sempre più riconosciuto nella società moderna. La sua prevalenza si stima tra l’1 e l’1,5% nella popolazione generale, ma questa percentuale aumenta notevolmente nel caso di persone con obesità, arrivando a un range tra il 6 e il 16%. Questo disturbo è stato ufficialmente inserito nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, evidenziando la sua rilevanza nel campo della salute mentale e dell’alimentazione.
I sintomi della sindrome da alimentazione notturna
La sindrome da alimentazione notturna si manifesta attraverso episodi ricorrenti di alimentazione eccessiva durante la notte. Questi episodi possono verificarsi sia dopo la cena, in quello che è noto come iperfagia serale, sia a seguito di risvegli notturni, quando il soggetto avverte il bisogno di mangiare per riaddormentarsi. Una caratteristica distintiva di questo disturbo è la consapevolezza da parte delle persone affette riguardo agli episodi di alimentazione notturna, che spesso riescono a ricordarli in modo dettagliato.
Secondo i criteri del DSM-5, per la diagnosi di sindrome da alimentazione notturna, i pazienti devono presentare almeno tre delle seguenti caratteristiche:
- Episodi ricorrenti di alimentazione notturna: Mangiare dopo il risveglio e un consumo eccessivo di cibo dopo cena.
- Consapevolezza degli episodi: Capacità di ricordare i momenti di alimentazione notturna.
- Assenza di fattori esterni: Il comportamento alimentare non deve essere influenzato da alterazioni del ciclo sonno-veglia o da norme sociali.
- Disagio significativo: Disagio notevole o compromissione della vita quotidiana.
- Esclusione di altri disturbi: Il pattern alimentare non deve essere spiegato da altri disturbi alimentari, uso di sostanze o condizioni mediche.
In aggiunta, i sintomi devono durare almeno tre mesi e possono includere il consumo di almeno il 25% delle calorie giornaliere dopo cena e risvegli notturni per mangiare almeno due volte a settimana.
Cause della sindrome da alimentazione notturna
Le cause della sindrome da alimentazione notturna non sono completamente comprese. Tuttavia, gli esperti suggeriscono che questo disturbo potrebbe derivare da una desincronizzazione tra umore, sonno e sazietà, insieme ai ritmi circadiani legati all’alimentazione. Non è raro che la sindrome sia associata a patologie psichiatriche concomitanti, come il disturbo da alimentazione incontrollata (BED), la bulimia nervosa, disturbi d’ansia e disturbi legati all’uso di sostanze.
Questo disturbo si distingue per l’elevato apporto calorico notturno, senza comportamenti compensatori tipici di altri disturbi alimentari.
Rimedi e trattamenti per la sindrome da alimentazione notturna
Il trattamento della sindrome da alimentazione notturna può includere sia approcci farmacologici che non farmacologici. Tra i farmaci, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono frequentemente utilizzati, poiché il sistema serotoninergico gioca un ruolo cruciale nella regolazione dell’appetito e nel ciclo sonno-veglia.
Le opzioni non farmacologiche comprendono:
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT).
- Bright-light therapy.
- Rilassamento muscolare progressivo.
Le revisioni della letteratura sul disturbo consigliano un approccio multidisciplinare, poiché nessun singolo metodo si è dimostrato sufficientemente efficace da solo. È fondamentale che i pazienti ricevano un trattamento integrato e personalizzato, coinvolgendo medici, psicologi e nutrizionisti.
La diagnosi precoce della sindrome da alimentazione notturna è cruciale per prevenire complicazioni più gravi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. La consapevolezza e la comprensione di questo disturbo sono essenziali, non solo per i professionisti della salute, ma anche per le persone affette e le loro famiglie. Un supporto tempestivo e adeguato può fare la differenza nel percorso di cura e nella gestione di questa condizione complessa.