L’esperienza del Veneto, con LA collaborazione tra gruppi di MMG e infermieri, dimostra che questo modello può raggiungere obiettivi importanti. In questa fase di riorganizzazione della medicina territoriale bisogna analizzare questi dati per trasferire gradualmente le esperienze virtuose a tutti i cittadini della regione
Quasi la metà degli adulti veneti (48%) convive con una malattia cronica; l’età media continua a salire e già oggi gli over 65 sono il 24% della popolazione; molti anziani fragili restano soli nelle loro case. Ma un nuovo modello organizzativo – con Medici di Medicina Generale e infermieri che agiscono in sinergia – sta già cambiando il volto dell’assistenza territoriale: non più interventi in emergenza, ma piani di cura personalizzati, monitoraggio proattivo e diagnosi precoce.
È la rivoluzione silenziosa della medicina di iniziativa, che trasforma la prevenzione in un appuntamento fisso con la salute. Questa esperienza positiva, che si è concretizzata in alcune province venete, non rappresenta però un processo completo: anche in questa regione, la Medicina Generale si trova colpita da criticità quali la carenza di medici in alcune aree, le difficoltà del ricambio generazionale, la necessità di una formazione specialistica, l’esigenza di modificare l’approccio culturale sulla presa in carico del paziente.
Queste sfide e la condivisione del modello della medicina di iniziativa rappresentano il punto di partenza del congresso regionale della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) Veneto, intitolato “Il tempo delle proposte”, che si tiene il 9-10 maggio a Padova. Presidenti del congresso sono Biancamaria Fraccaro e il Presidente SIMG nazionale Alessandro Rossi. Responsabili scientifici sono Maurizio Cancian, Martina Musto, Giorgio Stefanini.
A fronte dei grandi cambiamenti sociali, demografici, epidemiologici, tecnologici che investono la Medicina Generale, il Veneto offre la propria proposta, da affinare e condividere.
“I pazienti hanno esigenze rilevanti che non trovano risposta solo nella medicina specialistica, ma richiedono una visione d’insieme, una valutazione multidimensionale sostenuta da un approccio olistico, una capacità di relazione e consulenza – evidenzia Biancamaria Fraccaro – Per mantenere alta la qualità delle cure non è sufficiente analizzare le singole prestazioni, ma si devono valutare indicatori di esito e di processo condivisi, rispettando l’approccio di una medicina che guardi al paziente nel suo contesto sociale e secondo i valori etici fondamentali della professione. È necessario ricordare le varie criticità presenti come la carenza di medici; le difficoltà del ricambio generazionale; come in una società ricca di pazienti cronici multimorbidi culturalmente si sia focalizzati più sulla singola malattia che sulla presa in carico globale multidisciplinare del paziente; la mancanza di un insegnamento specialistico strutturato della medicina di famiglia e la mancanza dei relativi dipartimenti accademici e clinici come per tutte le altre discipline mediche”.
“I nuovi bisogni di salute dei cittadini, come ci dicono le esperienze avanzate del Veneto, trovano risposte adeguate quando si creano le condizioni per un’esperienza di lavoro integrato tra MMG e infermieri come risposta a questa emergenza sanitaria, sviluppando processi di cura proattivi in cui si adotta la strategia della medicina di iniziativa, con la pianificazione delle cure e la presa in carico del paziente senza aspettare che la malattia si manifesti – sottolinea Maurizio Cancian – L’esperienza innovativa del Veneto, dove si sono formati molti gruppi di collaborazione tra MMG e infermieri, dimostra che questo modello raggiunge obiettivi di salute importanti. In questa fase di riorganizzazione territoriale è necessario analizzare e porre a confronto i dati di queste realtà per identificare le strategie adeguate e trasferire gradualmente le esperienze virtuose a tutti i cittadini della regione”.
Nel processo di rinnovamento della presa in carico del paziente anziano, la SIMG offre strumenti all’avanguardia, con iniziative come il progetto “Radar”, che definisce un percorso formativo nelle cure primarie per identificare i pazienti fragili, stratifica la popolazione secondo i diversi gradi di fragilità, pianifica e personalizza le cure sulla base dei domini evidenziati dalla Valutazione Multidimensionale. Questo approccio olistico consente di sviluppare piani di cura personalizzati, migliorando la qualità dell’assistenza e riducendo le ospedalizzazioni.
“Il Veneto è stata la Regione pioniera, nel 1996, a validare uno strumento di Valutazione Multidimensionale (SVAMA: scheda per la Valutazione Multidimensionale della persona anziana), che oltre alla valutazione clinica esplora globalmente i bisogni della persona fragile/anziana per una pianificazione personalizzata delle cure – spiega Pierangelo Lora Aprile, segretario scientifico SIMG – SVAMA ha permesso di validare lo strumento MPI (Multi Prognostic Index) indicato dalle recenti Linee Guida Nazionali sulla Valutazione Multidimensionale, da cui è stata elaborata e validata una formulazione breve (Brief-MPI), implementata da SIMG nelle cartelle cliniche informatizzate più diffuse dei MMG”.
Il Congresso Regionale SIMG Veneto si tiene venerdì 9 e sabato 10 maggio a Padova, presso l’Hotel Crowne Plaza, con la partecipazione di circa 300 medici di famiglia provenienti da tutta la regione. Le sessioni scientifiche affrontano i temi di competenza della medicina generale, come la prevenzione, la gestione delle cronicità, l’appropriatezza terapeutica, gli aggiornamenti dalla letteratura e le nuove indicazioni ministeriali. I laboratori di simulazione dell’attività medica propongono una rapida e concreta acquisizione di competenze pratiche alle nuove generazioni di clinici. Il duplice sforzo rientra nella costante attività di SIMG di formazione e di produzione di contenuti scientifici, seguendo la linea nazionale.
“Nei SIMG LAB si affrontano temi fondamentali per una Medicina Generale moderna ed efficace – spiega Giorgio Stefanini, Tutor dei SIMG LAB – Si impara a utilizzare strumenti diagnostici rapidi e accessibili come l’ecografia POCUS e la misurazione della pressione 24 ore e quella dell’indice caviglia-braccio; si approfondiscono le tecniche di infiltrazione intra-articolare per il trattamento del dolore da artrosi del ginocchio; ci si concentra sull’identificazione e la gestione dei pazienti fragili attraverso strumenti validati per una valutazione multidimensionale strutturata. Si tratta di una formazione pratica e concreta, centrata sui bisogni reali del nostro lavoro quotidiano”.
“Il percorso di cura richiede nuove competenze e modalità di lavoro che superino il consueto approccio del MMG che si limita ad attendere le richieste – commenta Martina Musto – Il Congresso è riconosciuto dalla scuola regionale di Medicina Generale e quindi vuole offrire sia ai tutor che agli allievi un approfondimento dei temi più all’avanguardia della disciplina. Le sessioni scientifiche analizzano le macroaree fondamentali per la Medicina Generale: la prevenzione delle malattie infettive, le cronicità, l’invecchiamento e la fragilità, i disturbi non differibili, offrendo così un quadro completo per approfondire ogni branca di interesse per la medicina generale”.
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