Sensazione costante di freddo alle estremità, dita ghiacciate anche d’estate: le possibili cause mediche spiegate dagli specialisti.

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Le alterazioni del microcircolo possono influenzare la temperatura periferica del corpo. www.saluteweb.it

Luca Antonelli

26 Agosto 2025

Sensazione costante di freddo alle estremità, dita ghiacciate anche d’estate: le possibili cause mediche spiegate dagli specialisti.

Accade in modo improvviso. Una persona è in casa, la temperatura è normale, eppure sente le dita contratte, fredde al tatto, quasi insensibili. In certi casi il fenomeno compare persino in estate, quando tutto il resto del corpo è caldo. Le mani fredde, se persistenti, non sono solo una questione di circolazione lenta o di semplice sensibilità al freddo. Secondo i dati pubblicati nel 2024 dall’Istituto nazionale per le malattie vascolari, oltre un milione di italiani sperimenta ogni anno episodi di vasocostrizione periferica associati a condizioni cliniche specifiche.

Non si tratta sempre di segnali gravi, ma esistono situazioni in cui il corpo cerca di segnalare squilibri interni, legati ad esempio al funzionamento della tiroide, del sistema nervoso autonomo o alla presenza di un disturbo chiamato fenomeno di Raynaud. Spesso sottovalutato, questo fenomeno è stato descritto per la prima volta nel 1862 dal medico francese Maurice Raynaud e riguarda una risposta anomala dei vasi sanguigni delle dita a stimoli come il freddo o lo stress.

Le cause circolatorie e neurologiche dietro al sintomo

Il primo livello da considerare è quello vascolare. In un soggetto sano, i vasi delle mani si restringono leggermente con il freddo, per proteggere il calore corporeo. Ma nelle persone affette da una vasocostrizione periferica accentuata, la risposta è sproporzionata. I capillari delle dita si chiudono quasi del tutto e il sangue non riesce a raggiungere le estremità. Da qui, il colore pallido o bluastro delle mani, spesso accompagnato da formicolii o intorpidimento.

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Sensibilità al freddo nelle dita: un fastidio comune che può nascondere diverse condizioni. – www.saluteweb.it

In alcuni casi il meccanismo è indipendente dalla temperatura esterna. Secondo uno studio pubblicato dalla Società italiana di flebologia, in circa il 30% dei soggetti il problema è legato al sistema nervoso autonomo, che regola la dilatazione dei vasi. Il sistema simpatico, se iperattivo o disorganizzato, può causare spasmi microvascolari anche in condizioni normali, scatenando così il sintomo.

Un altro aspetto rilevante riguarda le donne tra i 20 e i 50 anni, che risultano statisticamente più soggette a episodi frequenti di mani fredde e pallide, con una incidenza tre volte superiore rispetto agli uomini. Questo potrebbe essere legato a una maggiore sensibilità ormonale, alla presenza di anemia latente o, nei casi più delicati, a disturbi del collagene come la sclerodermia.

La diagnosi precisa richiede una visita angiologica o reumatologica, ma già alcuni esami base come la capillaroscopia periungueale possono evidenziare la presenza di anomalie microcircolatorie. Nei centri specializzati si esegue anche il test da freddo controllato, che misura la capacità delle dita di recuperare temperatura e flusso sanguigno dopo esposizione a basse temperature per pochi secondi.

Quando è la tiroide a influenzare la temperatura delle mani

Il secondo scenario riguarda la funzione ormonale. La tiroide, piccola ghiandola alla base del collo, regola il metabolismo e anche la temperatura corporea. Se lavora troppo lentamente, come nel caso dell’ipotiroidismo, il corpo tende a raffreddarsi più facilmente e il primo segnale può arrivare proprio dalle estremità.

L’ipotiroidismo colpisce circa il 6% della popolazione italiana, con una maggiore prevalenza nelle donne sopra i 40 anni. Nelle forme più lievi è difficile da diagnosticare subito perché i sintomi sono sfumati: freddo persistente, affaticamento, pelle secca, stitichezza. E proprio le mani ghiacciate, che non si scaldano nemmeno con guanti o acqua calda, possono rappresentare un indizio utile.

Uno dei centri di riferimento per i disturbi tiroidei, il Policlinico Gemelli di Roma, ha condotto uno studio su 120 pazienti con ipotiroidismo subclinico e ha rilevato che nel 52% dei casi il sintomo più ricorrente nelle prime fasi era la sensazione di mani fredde persistenti, spesso associata a un tono dell’umore depresso. Questo suggerisce un legame fra sistema endocrino e termoregolazione periferica.

Anche l’alimentazione gioca un ruolo non trascurabile. Carenze di ferro, vitamina B12 o magnesio possono compromettere il metabolismo basale e la funzione muscolare, rallentando la circolazione periferica. Una dieta povera di questi elementi, prolungata nel tempo, può contribuire al mantenimento del disturbo.

Per questo, quando le mani fredde diventano un sintomo quotidiano e non occasionale, è consigliabile non limitarsi ai rimedi locali, ma indagare la causa più profonda attraverso un consulto medico completo. I disturbi legati a tiroide, ormoni e circolazione hanno spesso una buona risposta ai trattamenti, se diagnosticati in tempo. E lo sappiamo, certi segnali del corpo – anche se piccoli – non vanno ignorati troppo a lungo.

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