Rallentare è possibile: i piccoli gesti che riducono l’ansia e migliorano le giornate stressanti

Ansia.

Il silenzio diventa rifugio nei giorni più intensi. - www.saluteweb.it

Luca Antonelli

27 Agosto 2025

Molte persone vivono in apnea mentale. Alcune abitudini quotidiane possono ridare spazio e respiro, anche nei momenti più caotici.

Le giornate iniziano già con il fiato corto. Lo smartphone vibra, la mente corre, e il tempo sembra sempre mancare. Chi vive in città, chi lavora da remoto o chi si prende cura di altri, spesso si ritrova intrappolato in una velocità che non lascia tregua. Eppure, da qualche parte, rallentare si può. Non servono rivoluzioni: bastano piccoli cambiamenti, gesti quotidiani che permettono di riconnettersi con ciò che accade davvero, dentro e fuori. Ridurre l’ansia non è un’utopia, ma un processo. E comincia dal modo in cui iniziamo le nostre giornate e le attraversiamo.

Il mattino è la chiave: come impostare un ritmo più calmo fin dal risveglio

Chi si sveglia e corre subito a leggere messaggi o notifiche spesso percepisce una sensazione di affanno che dura tutto il giorno. È come se il corpo non avesse tempo per mettersi in pari col cervello. Diversi studi, compresi quelli condotti dall’Università di Harvard, hanno osservato che l’attivazione immediata del sistema simpatico – quello legato allo stress – dipende molto dalla prima ora della giornata.

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Un respiro lungo, per tornare a sé stessi. – www.saluteweb.it

Iniziare con azioni lente aiuta. Aprire una finestra, respirare per davvero, lavarsi il viso con calma, bere un bicchiere d’acqua senza fare altro. Sembra poco, ma ha un impatto. Il corpo assimila il messaggio: oggi non serve correre. Si crea una sorta di ritmo più naturale, che permette anche al cuore di battere in modo più regolare.

Molti psicologi suggeriscono anche di scrivere brevemente ogni mattina. Non un diario pieno, ma qualche riga: pensieri sparsi, emozioni del momento, anche semplicemente come ci si sente. Serve a svuotare il cervello e mettersi in contatto con sé stessi. Chi prova questo tipo di esercizio per qualche giorno spesso nota un miglioramento anche nella concentrazione.

Il movimento lento è un altro alleato. Non serve fare yoga o sport estremi. Bastano pochi minuti di allungamenti o una breve camminata, anche dentro casa. La ripetizione costante di gesti semplici – una tazza preparata sempre allo stesso modo, un bicchiere d’acqua, una musica in sottofondo – crea uno spazio mentale dove l’ansia fa più fatica a entrare. E no, non funziona sempre. Ma spesso funziona abbastanza da cambiare la direzione di una giornata.

Il peso invisibile del rumore e l’importanza delle pause reali

Un altro elemento spesso ignorato è la quantità di stimoli che riceviamo durante il giorno. Tra traffico, notifiche, messaggi vocali, voci di fondo e musica nelle cuffiette, il cervello lavora senza tregua per decodificare suoni. Tutto questo carico sensoriale è una delle cause principali della fatica mentale e della tensione che si accumula nelle spalle, nella mandibola, nella schiena.

Chi riesce a isolare momenti di silenzio nel corso della giornata spesso nota un beneficio quasi immediato. Non serve cercare il silenzio assoluto, ma ridurre ciò che distrae. Una stanza con una finestra aperta. Una pausa senza telefono. Una camminata senza ascoltare nulla. Il silenzio permette al sistema nervoso di recuperare, di ritrovare un equilibrio che le parole e i suoni disturbano.

Anche il modo in cui si mangia è parte del problema. Se il pranzo è veloce, distratto, consumato davanti allo schermo, il corpo non digerisce bene. E l’ansia si accumula anche qui, nella pancia. Mangiare lentamente, masticare, sentire i sapori – è una banalità, ma fa una differenza reale. Il sistema parasimpatico, legato al riposo e alla digestione, si attiva solo quando ci si rilassa davvero. E non lo fa se si continua a rispondere alle email mentre si mangia.

Infine c’è il sonno, spesso compromesso da routine serali sbagliate. Le luci forti, lo scrolling infinito, le serie tv viste per spegnere il cervello. Ma il cervello non si spegne così. Chi riesce a chiudere la giornata con gesti lenti – come leggere poche pagine, spegnere tutto mezz’ora prima, ascoltare qualcosa di rilassante – ha un sonno più profondo e un sistema nervoso più stabile. E questo riduce i picchi d’ansia anche nei giorni successivi.

La verità è che rallentare non significa fare di meno. Significa fare meglio, con più presenza. E anche se non cambia tutto, cambia abbastanza da permettere di vivere con meno affanno. Giorno per giorno, gesto per gesto.

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