Il pomelo è un frutto che ha molte proprietà. Ma prima di raccontarne i benefici, è meglio partire dal nome. Pomelo è il nome comune dell’albero Citrus maxima o Citrus grandis e del frutto che produce. In secondo luogo, si sta parlando di un agrume che produce frutti (con una particolare struttura) commestibili e molto apprezzati. Altra cosa da sapere è che il pomelo si mangia crudo, come la maggior parte degli agrumi, oppure trasformato in succo, marmellata, frutta candita, gelatina. Nonostante somigli molto a un limone, anche se la forma è leggermente allungata sul vertice superiore (simile a una pera), il pomelo ha dimensioni più simili a quelle di un melone.
Le sue proprietà nutrizionali? Appartiene al VII gruppo fondamentale degli alimenti: frutta e verdura ricca di acido ascorbico (vitamina C). Detto questo, il pomelo è un frutto scarsamente energetico, che dovrebbe fornire circa 30-40 kcal/ 100 g di parte edibile, provenienti soprattutto dai glucidi solubili e, solo marginalmente, da proteine e i lipidi. Le fibre (tra le quali anche pectine) sono ben presenti mentre il colesterolo è totalmente assente, così come il lattosio e il glutine. Non contiene quantità significative di istamina, amminoacido fenilalanina e purine.
Questo frutto è indicato anche nella dieta contro l’obesità e le patologie metaboliche. Nessun componente del pomelo – flavedo, albedo ed endocarpo – compromette in maniera diretta la terapia nutrizionale contro l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, l’intolleranza all’istamina, la celiachia, l’intolleranza al lattosio e la fenilchetonuria. Inoltre, per la ricchezza in acqua e fibre solubili, il pomelo aumenta la sensazione di pienezza. La ricchezza in vitamina C e polifenoli è molto utile per supportare l’azione difensiva dai radicali liberi. Inoltre, l’acido ascorbico è un fattore necessario alla sintesi del collagene, proteina diffusissima nel corpo umano, e contribuisce a supportare il sistema immunitario. La porzione media è indicativamente di 100-200 grammi.
Come abbiamo già accennato, il pomelo si mangia crudo e accuratamente sbucciato. Infatti, la polpa può essere separata comodamente in una quindicina di spicchi. Invece, la buccia del pomelo ha vari utilizzi: la ricetta più famosa in Italia è quella dei canditi semplici e ricoperti di cioccolato. In Brasile, la buccia del pomelo è spesso utilizzata per fare una conserva dolce, priva di polpa, mentre in Italia l’endocarpo viene usato soprattutto per ottenere marmellata, gelatine e succo di frutta (spremuta di pomelo). In Asia, il pomelo viene consumato soprattutto durante il “Mid-Autumn Festival” o “Festival Mooncake”.
Insomma, anche il pomelo ha una sua varietà. E ne esistono di due tipi: una dolce, con polpa bianca, e una aspra, con polpa rosata. Quest’ultima è spesso utilizzato a scopo decorativo piuttosto che alimentare. Tuttavia, anche il pomelo stesso ha subito molte variazioni dovute alla selezione delle cultivar. L’unica tipologia di pomelo totalmente pura è la “dngyuja”, una cultivar famosa per la capacità di produrre frutti molto più grandi del normale – il peso è di alcuni chilogrammi. Ci sono buone possibilità che lo stesso valga anche per il “banpeiyu”.
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