È stata individuata una mutazione genetica responsabile dell’aumento di rischio delle morti improvvise: i dettagli
Una significativa scoperta nel campo delle malattie cardiovascolari ereditarie è stata annunciata dallo studio condotto dall’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Nel piccolo comune di Caposele, in provincia di Avellino, è stata identificata per la prima volta una nuova mutazione genetica associata a una forma grave di cardiomiopatia potenzialmente letale, che può causare morte improvvisa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure, si è basato su uno screening genetico-clinico effettuato tra il 2022 e il 2024 su 234 abitanti di Caposele, un comune noto per la sua posizione nell’alta valle del Sele e per l’isolamento genetico della popolazione locale. La mutazione, denominata c.208del, è stata riscontrata nel 12,8% del campione analizzato. Tutti i portatori presentavano anomalie cardiache spesso non evidenti, mentre il 43% mostrava anche segni di coinvolgimento neuromuscolare.
La mutazione interessa il gene Lmna, che codifica per le lamine A/C, proteine fondamentali per la struttura del nucleo cellulare. Le alterazioni di questo gene causano le cosiddette laminopatie, malattie spesso gravi e con elevato rischio di complicanze cardiache. La scoperta è partita dal caso di una giovane donna con aritmie lievi ma con una storia familiare di morti improvvise che, dopo l’impianto di un defibrillatore, è sopravvissuta a un arresto cardiaco. Un secondo caso ha confermato la trasmissione ereditaria della mutazione.
Grazie a una dettagliata ricostruzione genealogica digitale che ha coinvolto oltre 12 generazioni e quasi 3.000 individui, è stato possibile tracciare la diffusione della mutazione all’interno della comunità. Più del 90% della popolazione rintracciata ha aderito allo screening, rivelandosi uno dei più estesi mai realizzati in un’area di isolamento genetico nel Sud Italia.
Un algoritmo di intelligenza artificiale ha contribuito a predire con una precisione del 90% i potenziali portatori della mutazione. La diagnosi precoce ha consentito di attuare interventi salvavita, come l’impianto di defibrillatori o l’indicazione al trapianto cardiaco. Questa esperienza si inserisce in un contesto più ampio di ricerca sulle cardiomiopatie genetiche, che in Italia causano ogni anno migliaia di morti improvvise soprattutto tra i giovani, e apre la strada a strategie preventive più efficaci.
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