Lebbra, non si fermano i casi in Europa: ma è davvero ancora pericolosa?

La lebbra è ancora pericolosa?

La lebbra è ancora pericolosa? | Pixabay @Hailshadow - Saluteweb

Federico Liberi

28 Dicembre 2025

Segnalati nuovi casi in Romania e Croazia, la lebbra resta sotto controllo grazie a terapie efficaci: ma è davvero pericolosa?

Negli ultimi mesi, il tema della lebbra in Europa è tornato d’attualità a causa della segnalazione di nuovi casi in diversi Paesi del continente. Dopo un lungo periodo in cui questa patologia era considerata quasi scomparsa nel Vecchio Continente, si riscontrano nuove diagnosi che richiamano l’attenzione della comunità scientifica e delle autorità sanitarie, specialmente in Romania e in Croazia.

Nuovi casi di lebbra in Europa: Romania e Croazia al centro dell’attenzione

Recentemente sono stati confermati due casi di lebbra in Romania, Paese membro dell’Unione Europea dal 2007, con una popolazione di circa 19 milioni di abitanti e capitale Bucarest. La Romania è una repubblica semipresidenziale e, grazie alla sua posizione geografica nell’Europa centro-orientale, è un punto di passaggio importante per la mobilità internazionale. I casi confermati riguardano persone provenienti da aree dove la lebbra è ancora presente in modo significativo.

Analogamente, in Croazia, repubblica parlamentare con capitale Zagabria e membro dell’UE dal 2013, è stato individuato un caso di lebbra in un lavoratore straniero originario del Nepal, paese a elevata endemia per questa infezione. La Croazia, con una popolazione di circa 3,9 milioni di abitanti, fa parte dell’Eurozona e dello spazio Schengen dal 2023, facilitando gli scambi e gli spostamenti internazionali.

La lebbra oggi: caratteristiche e rischi reali

La lebbra, o morbo di Hansen, è un’infezione causata dal batterio Mycobacterium leprae, che colpisce principalmente la pelle e i nervi periferici, con potenziali danni a mani, piedi e mucose. Storicamente gravata da un pesante stigma sociale, oggi la malattia è curabile grazie a terapie antibiotiche efficaci e la contagiosità è considerata molto bassa, limitata a contatti stretti e prolungati con soggetti non trattati.

Secondo gli esperti infettivologi, la ricomparsa di singoli casi in Europa non deve generare allarme: la globalizzazione e la mobilità internazionale facilitano la diffusione anche di patologie tipiche di altre aree geografiche. Nel 2024, a livello globale, sono stati rilevati circa 172.000 casi, con una diminuzione del 5% rispetto all’anno precedente, ma resta preoccupante la quota di bambini coinvolti.

In Italia, ogni anno si registrano circa dieci nuove diagnosi, soprattutto in persone provenienti o che hanno soggiornato in zone endemiche. Il nostro Paese dispone di quattro centri di riferimento per la diagnosi e cura della lebbra, situati a Genova, Messina, Cagliari e Gioia del Colle.

Terapie e gestione: un approccio moderno

La lebbra non rappresenta più una minaccia incontrollabile. Le terapie attuali permettono di ridurre rapidamente la carica batterica, prevenendo danni permanenti quali deformità, cecità o neuropatie. Una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato assicurano una guarigione completa senza ripercussioni significative sulla qualità della vita.

Le autorità sanitarie sottolineano l’importanza di una vigilanza continua e di una corretta informazione per evitare inutili allarmismi e il persistere dello stigma sociale, che può ostacolare la diagnosi precoce e il trattamento efficace. La gestione coordinata tra paesi europei è fondamentale per monitorare e contenere eventuali nuovi casi, considerando il contesto della mobilità globale e le caratteristiche epidemiologiche attuali.

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