Le sigarette light: mito o realtà della scelta più sana?

Le sigarette light: mito o realtà della scelta più sana?

Le sigarette light: mito o realtà della scelta più sana?

Giada Bianchi

31 Agosto 2025

Negli ultimi decenni, il fenomeno delle sigarette light ha ingannato molti fumatori, creando un’illusione di sicurezza che ha spinto innumerevoli persone a scegliere questi prodotti, pensando di optare per un’alternativa meno nociva rispetto alle sigarette tradizionali. Commercializzate con termini come “mild” o “low tar”, le sigarette light suggeriscono una minore presenza di sostanze dannose. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi sulla veridicità di tale convinzione e sulle reali implicazioni per la salute. Per approfondire questa tematica, abbiamo intervistato la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Che differenza c’è tra sigarette light e sigarette normali?

La principale differenza tra le sigarette light e quelle tradizionali risiede nel loro presunto “basso contenuto di catrame”. Le sigarette light sono dotate di filtri con microfori, i quali favoriscono una maggiore ventilazione e, in teoria, riducono le sostanze nocive inalate. Tuttavia, questa riduzione apparente di nicotina e catrame non corrisponde a una minore esposizione ai rischi per la salute. Infatti, i fumatori di sigarette light tendono a compensare la minore concentrazione di nicotina facendo tiri più lunghi e profondi. Questo comportamento porta a inalare una quantità di fumi simile a quella delle sigarette normali.

Nonostante l’abolizione ufficiale delle etichette “light” e “mild” dai pacchetti di sigarette in Europa nel 2003 e negli Stati Uniti nel 2010, il marketing continua a sfruttare colorazioni e nomi evocativi come “gold” o “silver”. Questi elementi visivi persuasivi inducono i consumatori a credere che alcuni prodotti siano meno nocivi, contribuendo a perpetuare la falsa percezione di sicurezza.

Le sigarette light fanno meno male di quelle normali?

La risposta è un chiaro no. Fumare sigarette light non riduce affatto i rischi per la salute. Studi scientifici dimostrano che chi fuma sigarette light sviluppa le stesse patologie di chi fuma sigarette tradizionali. In particolare, è stato osservato un aumento dei casi di adenocarcinoma polmonare, una delle forme più comuni di tumore ai polmoni. Questo incremento è attribuibile ai filtri ventilati, che alterano la combustione del tabacco, inducendo i fumatori a inalare il fumo più profondamente. Di conseguenza, le aree periferiche del polmone vengono esposte a una maggiore quantità di sostanze tossiche.

Inoltre, la percezione di un rischio minore può portare i fumatori a consumare un numero maggiore di sigarette, aumentando ulteriormente i danni e i rischi associati al fumo. È importante notare che la percezione di sicurezza non è supportata da evidenze scientifiche e non riduce in alcun modo l’impatto nocivo del fumo sulla salute.

Quali malattie rischia chi fuma sigarette light?

Le malattie legate al fumo non risparmiano affatto chi sceglie le sigarette light. Oltre al tumore al polmone, il fumo rappresenta un fattore di rischio per numerosi altri tipi di cancro, tra cui:

  1. Cancro al pancreas
  2. Cancro alla vescica
  3. Tumori del distretto testa-collo

Il fumo è inoltre un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, che possono portare a eventi gravi come infarti e ictus. Le patologie respiratorie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), sono altrettanto comuni tra i fumatori di sigarette light.

La presenza di sostanze tossiche come monossido di carbonio, benzene, arsenico e piombo rende ogni sigaretta, indipendentemente dalla dicitura, dannosa per l’organismo. Questi composti chimici sono noti per il loro effetto deleterio sulla salute umana e possono contribuire a una serie di problemi di salute, sia a breve che a lungo termine.

Negli ambienti sanitari, come l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, il numero di pazienti trattati per malattie correlate al fumo è in costante crescita. Con oltre 2,3 milioni di visite, più di 56.000 pazienti al pronto soccorso e 45.000 ricoveri, è evidente che la dipendenza dal fumo rappresenta una sfida significativa per la salute pubblica. Con oltre 800 medici e più di 3.000 dipendenti, l’istituto è attivamente impegnato nella lotta contro il tabagismo, fornendo supporto e risorse a coloro che desiderano smettere di fumare.

In sintesi, nonostante il marketing ingannevole e la presenza di sigarette etichettate come “light”, le evidenze scientifiche dimostrano che non vi è una reale differenza nei rischi per la salute tra le sigarette light e quelle tradizionali. Il fumo, in tutte le sue forme, rappresenta una minaccia seria e concreta per la salute individuale e collettiva.

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