La verità sulle sigarette a tabacco riscaldato: fanno davvero meno male?

La verità sulle sigarette a tabacco riscaldato: fanno davvero meno male?

La verità sulle sigarette a tabacco riscaldato: fanno davvero meno male?

Francesco Sidoti

2 Settembre 2025

Negli ultimi anni, l’uso delle sigarette a tabacco riscaldato ha registrato un notevole incremento, con sempre più consumatori convinti che possano rappresentare un’alternativa meno nociva rispetto alle sigarette tradizionali. Questo fenomeno sta suscitando un acceso dibattito, e per fare chiarezza, abbiamo consultato la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Cosa sono le sigarette a tabacco riscaldato?

Le sigarette a tabacco riscaldato, note anche con l’acronimo HTP (Heated Tobacco Products), sono dispositivi elettronici progettati per riscaldare foglie di tabacco a temperature che si aggirano intorno ai 350 °C, rispetto ai 900 °C delle sigarette tradizionali. Questa tecnologia evita la combustione diretta del tabacco, ma non elimina la presenza di sostanze chimiche tossiche. A differenza delle sigarette elettroniche (e-cig), i dispositivi a tabacco riscaldato contengono effettivamente tabacco.

Le aziende produttrici utilizzano spesso il termine “Heat-Not-Burn” (HNB) per descrivere questi prodotti, evitando di enfatizzare la presenza di tabacco, il che potrebbe influenzare la percezione del consumatore riguardo alla loro sicurezza.

Contenuto tossico: sono davvero meno dannose?

Le multinazionali del tabacco hanno presentato studi per ottenere l’approvazione alla vendita di questi prodotti in vari Paesi, sostenendo che il vapore emanato dai dispositivi a tabacco riscaldato contenga nicotina e altre sostanze tossiche in concentrazioni inferiori rispetto alle sigarette tradizionali. Tuttavia, la dottoressa Siracusano avverte che gli studi indipendenti non sempre confermano queste affermazioni.

Ecco alcuni punti chiave emersi dalla ricerca:

  1. Una ricerca del governo giapponese condotta durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ha rivelato che i prodotti a tabacco riscaldato presentano livelli elevati di nicotina e sostanze chimiche simili a quelle delle sigarette tradizionali.
  2. Uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine nel 2017 ha evidenziato la presenza di composti volatili nelle sigarette tradizionali, rinvenibili anche nei dispositivi a tabacco riscaldato.
  3. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha espresso preoccupazione riguardo all’aumento delle emissioni tossiche provenienti da questi prodotti, suggerendo che alcune sostanze siano presenti in quantità superiori rispetto alle sigarette convenzionali.

L’impatto sulla salute delle sigarette a tabacco riscaldato

Attualmente, circa 1,7 milioni di italiani, pari al 3,3% della popolazione, utilizzano sigarette a tabacco riscaldato. Questo numero è triplicato tra il 2019 e il 2022, riflettendo una crescente accettazione e utilizzo di questi dispositivi. Tuttavia, la percezione che questi prodotti siano meno dannosi non è supportata da evidenze scientifiche sufficienti.

Alcuni punti da considerare includono:

  • Il contenuto elevato di nicotina rende le sigarette a tabacco riscaldato altrettanto, se non più, dipendenti rispetto alle sigarette tradizionali.
  • Sebbene l’impatto del fumo passivo possa essere inferiore, gli studi in materia non sono conclusivi.
  • Riguardo al rischio di cancro, i dati attuali sono insufficienti, poiché i prodotti a tabacco riscaldato sono stati introdotti sul mercato da un periodo relativamente breve.

Una revisione di oltre 100 studi pubblicati tra il 2008 e il 2018 non ha trovato prove concrete di una riduzione del rischio di tumori o malattie cardiovascolari rispetto alle sigarette tradizionali. Anche l’FDA (Food and Drug Administration) statunitense ha chiarito che non esistono prodotti a base di tabacco completamente sicuri e che tali dispositivi non devono essere considerati meno dannosi.

Le sigarette a tabacco riscaldato possono aiutare a smettere di fumare?

Un altro aspetto importante riguarda il potenziale uso delle sigarette a tabacco riscaldato come strumento per smettere di fumare. La dottoressa Siracusano sottolinea che questi prodotti non sono riconosciuti come un metodo efficace per cessare il fumo, poiché il loro contenuto di nicotina è simile a quello delle sigarette tradizionali, mantenendo quindi un elevato rischio di dipendenza. A tal proposito, la European Respiratory Society ha pubblicato un position paper in cui sconsiglia l’uso di tali dispositivi come alternativa al fumo tradizionale.

In sintesi, nonostante l’aumento dell’uso delle sigarette a tabacco riscaldato e la percezione che esse possano essere una scelta più sicura, le evidenze scientifiche attuali suggeriscono che non sono una soluzione priva di rischi. La salute pubblica rimane una priorità e la ricerca continua a monitorare gli effetti di questi prodotti emergenti sulla popolazione.

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