L’Italia è il primo Paese per aspettativa di vita in Ue: il nuovo rapporto OCSE evidenzia il miglioramento della salute pubblica
Secondo il rapporto ‘EU Country Health Profiles 2025’ pubblicato dall’OCSE, nel 2024 l’aspettativa di vita in Italia ha raggiunto un record di 84,1 anni, posizionando il nostro Paese al primo posto nell’Unione Europea, alla pari con la Svezia. Questo dato supera di sei mesi il livello pre-pandemico, evidenziando un miglioramento significativo nella salute della popolazione italiana.
Le principali cause di mortalità e le sfide sanitarie
Nel documento dell’OCSE si sottolinea come le malattie cardiovascolari e il cancro rappresentino oltre la metà dei decessi in Italia. Le morti prevenibili si concentrano principalmente su tre cause: il cancro ai polmoni, il COVID-19 e la cardiopatia ischemica. Nonostante il rapido invecchiamento della popolazione, gli italiani più anziani mostrano risultati sanitari migliori rispetto alla media europea. Tuttavia, permangono alcune sfide importanti come l’ipertensione diffusa, spesso non diagnosticata o non trattata, e l’aumento del tasso di fumo nel Paese.
Italia e Svezia: leader europei per aspettativa di vita
L’Italia e la Svezia condividono il primato europeo per l’aspettativa di vita, con 84,1 anni registrati nel 2024. Questo risultato conferma un trend positivo per entrambi i Paesi, che vantano sistemi sanitari avanzati e stili di vita generalmente salutari. La Svezia, con una popolazione di circa 10,5 milioni di abitanti e un sistema di welfare consolidato, si conferma uno dei Paesi con il più alto tenore di vita in Europa, mentre l’Italia, con quasi 59 milioni di abitanti, continua a mantenere livelli elevati di salute pubblica nonostante le sfide demografiche e socioeconomiche.
L’OCSE evidenzia altresì come, nel complesso, l’Italia si collochi tra i Paesi Ocse con una delle aspettative di vita più elevate, risultato che si accompagna a un tasso di mortalità infantile inferiore alla media e a una qualità della vita relativamente buona per gli anziani, anche se il fumo rimane una questione da affrontare con maggior rigore.
