Intelligenza artificiale e mappe cellulari predicono l’efficacia dell’immunoterapia contro il melanoma

Melanoma: riconoscere i sintomi e sapere a chi chiedere aiuto

Melanoma: riconoscere i sintomi e sapere a chi chiedere aiuto

Redazione Saluteweb

4 Dicembre 2025

Napoli, 4 dicembre 2024 – Un importante passo avanti nella personalizzazione delle terapie contro il melanoma metastatico, il tumore cutaneo più aggressivo, è stato presentato oggi a Napoli durante la XVI edizione del Melanoma Bridge e l’XI edizione dell’Immunotherapy Bridge. Lo studio Secombit ha dimostrato come la mappatura spaziale delle cellule immunitarie nel microambiente tumorale, combinata con l’intelligenza artificiale, possa prevedere con precisione la risposta all’immunoterapia, aprendo la strada a trattamenti più mirati e efficaci.

Mappatura spaziale e intelligenza artificiale per predire la risposta terapeutica

Attraverso l’analisi di 42 biopsie pretrattamento di pazienti con melanoma avanzato, i ricercatori hanno utilizzato un pannello di immunofluorescenza multipla con 28 marcatori per identificare la presenza, la posizione e le interazioni delle cellule immunitarie all’interno del tessuto tumorale. “Non abbiamo guardato solo a quante cellule sono presenti, ma soprattutto a dove si trovano e come comunicano tra loro”, ha spiegato il professor Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma presso l’Istituto Pascale di Napoli. Grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, è stato possibile riconoscere schemi complessi e correlare i dati istologici con gli esiti clinici, prevedendo quali pazienti potranno beneficiare maggiormente delle terapie immunitarie.

Biomarcatori nel sangue e personalizzazione delle terapie contro melanoma

Parallelamente, studi recenti evidenziano l’importanza di biomarcatori circolanti, come gli esosomi secreti da linfociti T citotossici e cellule dendritiche, che possono predire la risposta all’immunoterapia nei pazienti con melanoma metastatico. In particolare, l’espressione delle molecole CD28 e PD-1 sugli esosomi si associa a una maggiore efficacia del trattamento con farmaci come l’ipilimumab. Inoltre, la misurazione nel sangue dell’enzima timidina chinasi 1 (TK1) si sta rivelando un indicatore prognostico importante per valutare la sopravvivenza e la risposta alle diverse sequenze terapeutiche, come evidenziato da recenti ricerche presentate al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

Questi progressi confermano come la combinazione di analisi del microambiente tumorale, biomarcatori ematici e tecnologie avanzate stia trasformando l’approccio al melanoma, verso una medicina di precisione sempre più predittiva e personalizzata, riducendo trattamenti inutili e limitando gli effetti collaterali.

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