Influenza, la variante K fa paura: ecco come riconoscerla

Influenza: come riconoscere la variante K

Influenza: come riconoscere la variante K | Pixabay @Hiraman - Saluteweb

Federico Liberi

21 Dicembre 2025

La variante K dell’influenza A/H3N2, più contagiosa e capace di eludere il sistema immunitario, preoccupa gli esperti: come riconoscerla

La stagione influenzale 2025-2026 in Italia è caratterizzata dalla diffusione predominante della variante K del virus influenzale A/H3N2, nota anche come “super flu”. Questa variante, comparsa intorno ad agosto, presenta sette mutazioni che la rendono più contagiosa grazie alla maggiore capacità di eludere il sistema immunitario. Tuttavia, finora non risultano evidenze di un aumento della gravità clinica delle infezioni.

Influenza: caratteristiche della variante K e circolazione in Italia

La variante K, scientificamente denominata A/H3N2 J.2.4.1, sta contribuendo all’incremento dell’attività influenzale stagionale a livello globale. Il virologo Fabrizio Pregliasco spiega che, pur trattandosi della “solita influenza”, la sua maggiore immunoevasività fa aumentare il numero dei casi. Analoghe osservazioni provengono da esperti britannici, che sottolineano come la variante riesca a sfuggire parzialmente alle difese immunitarie preesistenti, favorendo una maggiore circolazione del virus.

In Italia, secondo l’ultimo rapporto RespiVirNet dell’ISS, nell’ultima settimana circa 818mila persone sono state colpite da infezioni respiratorie acute, con un’incidenza particolarmente elevata tra i bambini tra 0 e 4 anni. Il picco epidemiologico è atteso dopo le festività natalizie, quando le aggregazioni familiari e sociali favoriscono la trasmissione.

Sintomi e riconoscimento della variante K

I sintomi associati alla variante K sono quelli classici dell’influenza stagionale: febbre alta (oltre 38°C) con esordio improvviso, tosse, mal di gola, congestione nasale, dolori muscolari e articolari, affaticamento intenso e talvolta disturbi gastrointestinali. Pregliasco evidenzia che per identificare un’infezione da influenza è necessario riscontrare almeno tre criteri: febbre improvvisa, almeno un sintomo respiratorio e almeno un sintomo sistemico.

Il direttore delle Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha segnalato il primo caso grave di influenza H3N2 in un uomo di 76 anni con interessamento neurologico significativo, tra cui perdita del riconoscimento familiare e anosmia. Questo dato fa ipotizzare che la stagione influenzale possa essere particolarmente impegnativa, anche se al momento la variante K non sembra causare un aumento generalizzato di gravità.

Prevenzione, vaccini e terapie

Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione antinfluenzale, soprattutto per le categorie a rischio come anziani, immunodepressi, bambini e persone con patologie croniche. Nonostante le mutazioni, i vaccini attualmente disponibili continuano a offrire una protezione significativa contro le forme gravi e gli ospedalizzazioni correlate al virus. Ivan Gentile, professore ordinario di Malattie infettive presso l’Università Federico II di Napoli, sottolinea l’importanza della vaccinazione tempestiva per contenere il picco anticipato e ridurre il carico sugli ospedali.

In caso di infezione, la terapia si basa su riposo, farmaci antinfiammatori e antifebbrili. Gli antivirali, spesso sottoutilizzati, rappresentano uno strumento efficace sia per la cura che per la profilassi post-esposizione, riducendo la gravità della malattia e il rischio di complicanze come la polmonite.

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