I farmaci a lunga azione si confermano efficaci nel trattamento e nella prevenzione dell’HIV, migliorando l’aderenza terapeutica. Tuttavia, la loro diffusione in Italia è limitata, con solo il 10% di penetrazione
L’emergere di farmaci a lunga azione rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo del trattamento e della prevenzione dell’HIV. Recentemente, durante la Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections a San Francisco, è stato evidenziato come l’introduzione di iniezioni intramuscolari ogni due mesi possa migliorare significativamente l’aderenza dei pazienti alle terapie e offrire nuove opportunità per le popolazioni più vulnerabili. Queste innovazioni terapeutiche affrontano le sfide significative che molti pazienti devono affrontare nella gestione della malattia.
Studi recenti hanno dimostrato l’elevata persistenza e l’efficacia dei farmaci long acting, come il Cabotegravir e la Rilpivirina, sia nel trattamento che nella profilassi Pre-Esposizione (PrEP). Tuttavia, in Italia, la diffusione di queste terapie rimane limitata, con una penetrazione della terapia long acting che non supera il 10% nei centri più attrezzati, mentre in molte altre strutture è quasi assente. Antonella Castagna, dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, sottolinea l’importanza di integrare questi farmaci nella gestione quotidiana delle malattie infettive.
Il studio Cares, condotto su giovani donne in Africa, ha riportato tassi di successo virologico superiori al 95%, con pochi casi di fallimento. Questo approccio si rivela particolarmente promettente per raggiungere gruppi vulnerabili, come donne, persone senza fissa dimora, transgender e migranti, per i quali l’aderenza alle terapie è cruciale. La PrEP iniettabile si dimostra una soluzione efficace per colmare le lacune presenti nei trattamenti orali, che presentano significativi limiti in termini di aderenza e persistenza.
Nonostante la PrEP long acting con Cabotegravir abbia ricevuto l’approvazione da parte dell’Ema, in Italia non è ancora rimborsabile e la sua disponibilità è limitata. Attualmente, circa 500 persone ricevono il trattamento attraverso un programma pilota presso alcuni centri, tra cui l’INMI Spallanzani e il San Raffaele di Milano. La discussione sulla rimborsabilità del farmaco è in corso presso l’Aifa, un passo cruciale per garantire un accesso più ampio a questa innovativa terapia.
In sintesi, i farmaci a lunga azione rappresentano un’opportunità unica per migliorare la gestione dell’HIV, soprattutto per le popolazioni più vulnerabili. È fondamentale che il sistema sanitario italiano consideri la rimborsabilità di queste terapie per garantire un accesso equo e migliorare la salute pubblica.
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