Epatocarcinoma non resecabile: il rivoluzionario studio HIMALAYA apre nuove strade terapeutiche

Epatocarcinoma non resecabile: il rivoluzionario studio HIMALAYA apre nuove strade terapeutiche

Epatocarcinoma non resecabile: il rivoluzionario studio HIMALAYA apre nuove strade terapeutiche

Silvia Costanzi

27 Agosto 2025

L’epatocarcinoma, noto anche come carcinoma epatocellulare (HCC), rappresenta una delle sfide più impegnative nel campo dell’oncologia, essendo il tumore primitivo più comune del fegato. La maggior parte dei casi si sviluppa in pazienti con malattie epatiche croniche, come la cirrosi causata da epatite virale o consumo di alcol. La gestione clinica dell’epatocarcinoma non resecabile, ovvero non operabile chirurgicamente, ha storicamente presentato scarse possibilità di successo terapeutico, con una sopravvivenza media che si attesta tra i 16 e i 20 mesi. Tuttavia, uno studio clinico multicentrico di fase 3, denominato HIMALAYA, ha recentemente offerto nuove speranze ai pazienti affetti da questa malattia, con risultati a cinque anni pubblicati sul prestigioso Journal of Hepatology.

Risultati dello studio HIMALAYA

Lo studio HIMALAYA ha esaminato l’efficacia di una combinazione innovativa di immunoterapia, costituita da tremelimumab e durvalumab, in pazienti con epatocarcinoma non resecabile. Questa nuova strategia terapeutica si basa sull’attivazione del sistema immunitario del paziente per combattere le cellule tumorali. I risultati ottenuti sono stati sorprendenti:

  1. 19,6% dei pazienti trattati con questa combinazione ha superato i cinque anni di sopravvivenza.
  2. Questo risultato rappresenta un significativo miglioramento rispetto al tasso di sopravvivenza del 9,4% osservato nei pazienti trattati con le attuali terapie standard.

L’analisi a cinque anni dello studio è stata coordinata dalla professoressa Lorenza Rimassa, professore associato di Oncologia Medica presso Humanitas University e Responsabile dell’Oncologia Epatobiliopancreatica del Cancer Center di Humanitas. La professoressa ha sottolineato l’importanza di questi risultati come un cambiamento di paradigma nel trattamento dell’epatocarcinoma. “Questo risultato è una pietra miliare per il trattamento del tumore al fegato non resecabile e segna un punto di riferimento per la ricerca futura,” ha dichiarato Rimassa.

Sicurezza del trattamento

Un aspetto fondamentale da considerare è il profilo di sicurezza del trattamento. Lo studio ha dimostrato che l’immunoterapia combinata non ha causato effetti collaterali tardivi di grave entità, un fattore cruciale per i pazienti che necessitano di terapie prolungate nel tempo. “La sicurezza è un fattore determinante, soprattutto in un contesto in cui i pazienti vivono con una malattia cronica e richiedono terapie a lungo termine,” ha continuato Rimassa.

L’importanza della ricerca

L’epatocarcinoma è una malattia in costante aumento, specialmente nei paesi con un’alta incidenza di epatite virale e cirrosi. Secondo le statistiche, l’incidenza globale di HCC è in aumento, con circa 841.000 nuovi casi diagnosticati nel 2018, rendendolo la sesta forma di cancro più comune e la quarta causa di morte per cancro nel mondo. La prognosi inadeguata dei pazienti con epatocarcinoma non resecabile ha spinto la comunità scientifica a ricercare nuove terapie più efficaci e meno tossiche.

Il trial HIMALAYA ha coinvolto un numero significativo di centri di ricerca e pazienti, contribuendo a raccogliere dati preziosi per la comunità medica. Con oltre 2,3 milioni di visite e più di 56.000 pazienti sottoposti a screening, questo studio ha rappresentato un importante passo avanti nella comprensione e nel trattamento dell’epatocarcinoma.

L’innovazione terapeutica rappresentata dallo studio HIMALAYA non solo segna un progresso nel trattamento dell’epatocarcinoma non resecabile, ma offre anche una nuova via per la ricerca futura. L’approccio combinato di immunoterapia potrebbe aprire la strada a nuovi studi clinici e a ulteriori sviluppi terapeutici, potenzialmente migliorando la qualità della vita e la prognosi dei pazienti affetti da questa malattia.

Con la crescente attenzione verso la personalizzazione delle terapie oncologiche e l’uso di approcci immunologici per trattare vari tipi di cancro, i risultati dello studio HIMALAYA rappresentano un faro di speranza per i pazienti e per i ricercatori nel campo dell’oncologia. La continua evoluzione delle strategie terapeutiche e l’impegno della comunità scientifica sono fondamentali per affrontare le sfide poste dall’epatocarcinoma e migliorare gli esiti per i pazienti in futuro.

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