Napoli, 16 novembre 2025 – La dieta mediterranea celebra oggi il suo 15° anniversario come patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO, riconosciuta dal 2010 per la sua capacità di coniugare salute, cultura, ambiente e convivialità. Nonostante la crescente diffusione di modelli alimentari spesso sbilanciati verso un eccesso di carne rossa e una scarsità di proteine vegetali, lo stile di vita mediterraneo rimane un punto di riferimento imprescindibile per la prevenzione delle malattie e la tutela dell’ambiente.
Dieta mediterranea: più di un regime alimentare, uno stile di vita
L’Osservatorio Dieta Mediterranea, presieduto da Vito Amendolara, sottolinea come la dieta mediterranea non sia semplicemente un insieme di cibi, ma un vero e proprio stile di vita fondato su principi di stagionalità, biodiversità, attività fisica quotidiana, convivialità e rispetto delle tradizioni locali. Questi valori, uniti a una sobrietà consapevole e all’attenzione per la salute umana e ambientale, rappresentano i cardini di un modello alimentare che ha dimostrato scientificamente di poter prevenire malattie croniche, proteggere il cervello e ridurre il rischio di tumori.
Purtroppo, osserva Amendolara, solo il 5% degli italiani segue pienamente questo modello alimentare, evidenziando la necessità di una maggiore consapevolezza e di una revisione delle strategie educative per rilanciare questo patrimonio.
Impatto sulla salute e sull’ambiente
Il rapporto della commissione internazionale Eat-Lancet 2025 ribadisce che i modelli alimentari equilibrati, sostenibili e culturalmente radicati come la dieta mediterranea sono la strada da percorrere per affrontare le sfide legate alle malattie croniche, al cambiamento climatico e alla perdita di identità culturale.
La dieta mediterranea si basa su un’alimentazione ricca di cereali integrali, frutta, verdura, legumi, olio extravergine di oliva e un consumo moderato di pesce, pollame, uova e latticini, con un uso limitato di carni rosse e dolci. Questa composizione favorisce un apporto equilibrato di macronutrienti: tra il 45 e il 60% di carboidrati complessi, 10-12% di proteine e 20-35% di grassi, con particolare attenzione ai grassi insaturi contenuti nell’olio d’oliva e nella frutta a guscio.
L’efficacia di questo modello è stata confermata da numerosi studi, tra cui il celebre Seven Countries Study del fisiologo Ancel Keys, che ha evidenziato come l’adesione a questa dieta riduca significativamente le malattie cardiovascolari e aumenti l’aspettativa di vita nelle popolazioni del Mediterraneo.
La sfida della diffusione e della consapevolezza
Nonostante l’Italia rappresenti il cuore storico della dieta mediterranea, la sua adozione è ancora limitata e spesso minacciata dall’industrializzazione alimentare e dalle cattive abitudini. L’Osservatorio e le istituzioni coinvolte, tra cui l’Università Parthenope di Napoli e il Ciheam di Bari, insistono sull’importanza di rilanciare una cultura alimentare che sia responsabile e sostenibile, coinvolgendo famiglie, scuole e comunità.
La dieta mediterranea non è solo un modello nutrizionale ma un patrimonio culturale da tutelare e valorizzare, un dono che, se mantenuto e diffuso correttamente, può rappresentare un pilastro per la salute delle future generazioni e per la salvaguardia del nostro pianeta.
