Da metà febbraio 2025, l’attività globale del Covid è in aumento, con un tasso di positività dell’11%, secondo l’OMS: il ruolo della variante Nimbus
Negli ultimi mesi, l’attenzione degli esperti di sanità pubblica si è nuovamente concentrata sul Covid-19, in particolare a causa dell’emergere di una nuova variante, nota come Nimbus (NB.1.8.1). Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal febbraio 2025 si sta registrando un incremento significativo dell’attività del virus Sars-CoV-2, con un tasso di positività ai test che ha raggiunto l’11%, valori che non si osservavano da luglio 2024. Questa situazione preoccupa gli esperti, che vedono nell’aumento dei contagi un segnale allarmante.
La variante Nimbus ha già raggiunto il 10,7% delle sequenze globali segnalate a metà maggio, guadagnando terreno rispetto ad altre varianti precedentemente dominanti, come LP.8.1, la quale ha mostrato un declino. L’OMS ha classificato Nimbus come una variante sotto monitoraggio, evidenziando la necessità di una sorveglianza costante. Le regioni del Mediterraneo orientale, del Sudest asiatico e del Pacifico occidentale stanno vivendo i maggiori aumenti, suggerendo una diffusione potenzialmente rapida e preoccupante.
Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive presso l’ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha messo in guardia sulla necessità di non abbassare la guardia riguardo alle vaccinazioni, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani e gli immunodepressi. Secondo Bassetti, l’approccio “liberi tutti” potrebbe rivelarsi rischioso, e si auspica una nuova campagna vaccinale per il prossimo autunno.
D’altro canto, l’epidemiologo Massimo Ciccozzi ha sottolineato che, sebbene la variante Nimbus presenti mutazioni che potrebbero aumentare la sua evasività nei confronti del sistema immunitario, non rappresenta una minaccia straordinaria. “Le curve dei casi potrebbero mostrare lievi aumenti seguiti da rapidi cali”, ha dichiarato Ciccozzi, evidenziando che il virus è ormai endémico e continuerà a mutare.
L’OMS raccomanda agli Stati membri di adottare un approccio integrato e basato sul rischio nella gestione della pandemia. La vaccinazione rimane un pilastro fondamentale per prevenire malattie gravi e decessi, rendendo cruciale la preparazione per le future campagne vaccinali. In Italia, l’ultimo report del Ministero della Salute ha registrato un nuovo aumento dei casi, con 298 contagi e 5 decessi nella settimana dal 15 al 21 maggio. Questo contesto richiede un monitoraggio attento e un’adeguata risposta sanitaria per affrontare le sfide poste dalle nuove varianti.
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