L’infettivologo Massimo Galli sottolinea l’importanza di campagne informative per combattere la stanchezza vaccinale e prepararsi a future pandemie
Il 20 febbraio 2020 segna una data cruciale nella storia sanitaria italiana: è il giorno in cui è stato diagnosticato il primo caso di Covid-19 nel nostro Paese, all’ospedale di Codogno, nel Lodigiano. Da quel momento, il mondo intero è stato catapultato in una pandemia che ha cambiato radicalmente le nostre vite e il nostro modo di vedere la salute pubblica. A cinque anni di distanza, Massimo Galli, ex direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, offre un’analisi profonda sull’evoluzione del virus e sull’importanza della prevenzione attraverso la vaccinazione.
Secondo Galli, il virus Sars-CoV-2 ha subito numerose mutazioni nel corso degli anni, rendendosi più insidioso e adattabile. “Il virus continua a mietere vittime, anche se non con la stessa violenza di cinque anni fa“, sostiene l’esperto. Tuttavia, i dati rimangono allarmanti: i decessi ufficiali a causa del Covid-19 continuano a superare quelli legati all’influenza, rivelando che la pandemia non è affatto un capitolo chiuso. L’infezione da Covid è ancora una realtà con cui dobbiamo confrontarci e le sue conseguenze sono tutt’altro che dimenticate.
Galli mette in evidenza un problema cruciale: la stanchezza vaccinale che ha preso piede in una parte della popolazione. Questa situazione non è solo un fenomeno sociologico, ma ha anche ripercussioni dirette sulla salute pubblica. “È fondamentale invertire la rotta“, afferma l’infettivologo, suggerendo l’importanza di campagne di informazione che siano serie e basate su dati scientifici. La disinformazione e le ideologie politiche che circondano il tema della vaccinazione hanno portato a un clima di sfiducia, che può risultare fatale per le categorie più vulnerabili.
Un aspetto che Galli sottolinea è la necessità di una vaccinazione regolare. “Non basta vaccinarsi una tantum contro il Covid o l’influenza; è necessario farlo ogni anno“, afferma, evidenziando come la protezione non sia solo per se stessi, ma anche per le persone a rischio, come anziani e fragili.
La questione delle future pandemie è un’altra tematica cruciale affrontata da Galli. “Ci saranno nuove pandemie, è una certezza“, avverte. Non possiamo prevedere quando, ma è un evento che si verificherà, come dimostrato dagli imprevisti verificatisi negli Stati Uniti con l’infezione da virus dell’influenza aviaria H5N1 nelle vacche da latte. La mancanza di preparazione e di investimento nella ricerca scientifica è un rischio che non possiamo permetterci. Galli critica anche le attuali scelte politiche, come il tentativo di smantellare le strutture dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sottolineando che ridurre i finanziamenti per la ricerca e per le attività di prevenzione crea danni enormi.
In un contesto già fragile, il messaggio di Galli è chiaro: la salute pubblica deve rimanere una priorità assoluta. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un impegno collettivo possiamo affrontare le sfide del presente e del futuro, per proteggere le generazioni a venire dall’impatto devastante di nuove pandemie e garantire un futuro più sicuro e sano per tutti.
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