Consumo di antibiotici in Italia: in aumento tra le donne e al Sud

Antibiotici

Antibiotici | pexels @Polina Tankilevitch - Saluteweb.it

Redazione

16 Novembre 2025

Nonostante un lieve calo nel consumo giornaliero di antibiotici registrato nel 2024 rispetto all’anno precedente, i dati più recenti confermano come l’Italia non sia ancora in linea con gli obiettivi europei per un uso responsabile di questi farmaci essenziali. Lo scenario preoccupa soprattutto per l’aumento della diffusione di batteri multiresistenti, una minaccia crescente che può compromettere l’efficacia delle terapie antimicrobiche. Secondo il rapporto OsMed, il consumo di antibiotici in Italia rimane elevato, con un utilizzo particolarmente intenso tra le donne, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.

Antibiotici: l’uso in Italia

Gli antibiotici sono farmaci fondamentali nel trattamento delle infezioni batteriche, capaci di inibire la crescita o distruggere i batteri grazie a diversi meccanismi d’azione. Tuttavia, non sono efficaci contro infezioni virali o fungine, motivo per cui il loro impiego deve essere rigorosamente controllato e prescritto da medici specialisti. L’abuso o l’uso improprio degli antibiotici ha favorito lo sviluppo di ceppi batterici resistenti, con conseguenze gravi per la salute pubblica, quali infezioni più difficili da curare, aumento della mortalità, e maggiori costi sanitari.

L’Italia si posiziona tra i paesi europei con i più alti livelli di consumo di antibiotici e di resistenza batterica. Per contrastare questo fenomeno, il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025 promuove l’adozione di strategie integrate, basate su un approccio “One Health” che coinvolge settori sanitario, veterinario e ambientale. Le attività di monitoraggio, come i rapporti annuali OsMed, sono strumenti chiave per valutare i consumi e orientare le politiche di prevenzione.

Sud e donne italiane

I dati evidenziano una maggiore tendenza all’uso di antibiotici da parte delle donne italiane rispetto agli uomini. Questo trend è particolarmente marcato nelle regioni del Sud, dove fattori socioeconomici e sanitari possono influenzare le abitudini terapeutiche. Le cause di questo fenomeno sono molteplici: dalle differenti condizioni di salute, alla maggiore frequenza delle visite mediche, fino a una maggiore propensione a seguire trattamenti prescritti.

L’attenzione alle differenze di genere nell’uso degli antibiotici è fondamentale per sviluppare politiche di intervento più efficaci. L’educazione sanitaria rivolta specificamente alle donne, unitamente a campagne di sensibilizzazione sul corretto uso degli antibiotici, rappresenta una leva importante per arginare la diffusione della resistenza.

L’Italia, con una popolazione di quasi 59 milioni di abitanti e una sanità che si confronta quotidianamente con sfide complesse, è chiamata a un impegno collettivo per preservare l’efficacia degli antibiotici, garantendo un uso appropriato e responsabile a beneficio della salute pubblica nazionale.

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