Bere il caffè quando si ha l’influenza è una buona idea? Quel che bisogna sapere

Due tazzine di caffè

Due tazzine di caffè | Unsplash @Timothy Barlin - Saluteweb.it

Alessandro Bolzani

22 Dicembre 2025

Quando l’influenza colpisce, anche gesti quotidiani come sorseggiare un caffè possono avere effetti diversi dal solito. La risposta del corpo dipende dalla gravità dei sintomi, dal livello di idratazione e dall’eventuale assunzione di farmaci. Non sempre una tazzina è un conforto innocuo: capire come reagisce l’organismo aiuta a decidere se concedersela o evitarla.

Come il caffè può influire durante la malattia

In caso di sintomi lievi, una piccola dose di caffeina può dare un po’ di energia senza particolari problemi. Tuttavia, la caffeina tende a stimolare il sistema nervoso e ha un lieve effetto diuretico, fattori che possono accentuare la disidratazione e l’agitazione, soprattutto se la febbre è alta. Inoltre, può interagire con alcuni farmaci decongestionanti o stimolanti, amplificando nervosismo e palpitazioni.

Quando è meglio sospenderlo

Evita il caffè se la febbre è elevata, se ti senti molto affaticato, se sei disidratato o stai assumendo medicinali che possono accelerare il battito cardiaco. In queste condizioni, rinunciare temporaneamente alla caffeina aiuta il corpo a concentrarsi sul recupero, senza aggravare sintomi già presenti.

Idratazione e alternative delicate

Durante l’influenza, dare priorità all’idratazione è fondamentale. Acqua, tisane calde e brodi leggeri reintegrano i liquidi più efficacemente del caffè e offrono sollievo senza stimolare eccessivamente il sistema nervoso. Anche tè leggero o frullati delicati possono sostituire temporaneamente la tazzina quotidiana.

Cosa cambia nel corpo dopo una tazzina di caffè

L’influenza altera l’equilibrio dell’organismo: la temperatura aumenta, il battito può accelerare, il sonno si frammenta e l’idratazione cala più rapidamente.

Influenza in Italia
Una donna con l’influenza | Pixabay @Dima_Berlin – Saluteweb

In questo contesto, il caffè può accentuare sensazioni di calore, nervosismo e stanchezza, e rendere il cuore più veloce o il riposo notturno meno efficace.

Ascoltare il proprio corpo

Bere caffè può essere tollerabile se i sintomi sono lievi, l’idratazione è buona e il battito rimane stabile. Se invece compaiono agitazione, tremori o peggioramento della debolezza, significa che la caffeina in quel momento non è ben tollerata. La risposta è soggettiva e può variare di volta in volta.

Attenzione alle interazioni con i farmaci

Molti farmaci da banco usati per gestire febbre, congestione e dolori muscolari possono interagire con la caffeina, amplificando nervosismo o tachicardia. Decongestionanti, alcuni antinfiammatori e integratori stimolanti rientrano tra quelli più sensibili. Moderare il caffè e osservare la propria reazione aiuta a evitare fastidi inutili.

Alternative più delicate se il caffè peggiora i sintomi

Se una tazzina provoca agitazione o palpitazioni, tisane come camomilla, tiglio o melissa offrono calore e idratazione senza stimolare troppo il corpo. Brodi leggeri apportano sali minerali e liquidi, mentre tè poco infuso o bevande con elettroliti possono sostenere l’organismo senza rischiare effetti indesiderati.

Segnali che richiedono attenzione medica

Alcune reazioni meritano maggiore cautela: tachicardia marcata o palpitazioni persistenti, difficoltà respiratoria, peggioramento del malessere o dolore toracico nuovo. Non indicano necessariamente un problema grave, ma suggeriscono di consultare un medico per assicurare un recupero sicuro e completo.

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