Allarme ludopatia tra i giovani: cresce il rischio dipendenza da videogiochi e gioco d’azzardo

Hai una dipendenza dal gioco d'azzardo? Ecco cosa puoi fare per capirlo

Hai una dipendenza dal gioco d'azzardo? Ecco cosa puoi fare per capirlo - Pexels @ Zak Chapman - Saluteweb.it

Marco Viscomi

27 Dicembre 2025

Un recente studio dell’Università di Pavia rivela l’allarmante intreccio tra videogiochi online e gioco d’azzardo tra gli adolescenti, evidenziando rischi per la salute mentale

 

Pavia, 27 dicembre 2025 – Un’indagine recente condotta dall’Università degli Studi di Pavia, in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto Mario Negri di Milano, ha messo in luce un fenomeno preoccupante che interessa la fascia adolescenziale italiana: la crescente sovrapposizione tra uso di videogiochi online e coinvolgimento nel gioco d’azzardo, con un’incidenza significativa di comportamenti a rischio tra i giovani tra i 15 e i 19 anni. Lo studio, pubblicato su The Lancet Public Health, ha analizzato un campione di oltre 11.000 adolescenti nell’ambito del progetto ESPAD® Italia, confermando che il confine tra intrattenimento digitale e dipendenza ludica si fa sempre più labile.

Allarme ludopatia tra i giovani: cresce il rischio dipendenza da videogiochi e gioco d’azzardo
Allarme ludopatia tra i giovani: cresce il rischio dipendenza da videogiochi e gioco d’azzardo

Videogiochi e gioco d’azzardo: un legame pericoloso

Il dato più allarmante emerso dalla ricerca è che più della metà degli adolescenti intervistati ha avuto esperienze di gambling, mentre un terzo di chi utilizza regolarmente i videogiochi online spende denaro reale per ottenere vantaggi competitivi o contenuti digitali, come le cosiddette loot box. Questi “forzieri” virtuali, che erogano ricompense casuali, funzionano con un meccanismo simile a quello delle slot machine, stimolando nel cervello dei giocatori meccanismi di gratificazione basati sul rilascio di dopamina. Come spiegato da Giansanto Mosconi, docente di Sanità pubblica a Pavia e primo autore dello studio, “i sistemi di monetizzazione dei videogiochi online sembrano sfruttare le stesse vulnerabilità neurobiologiche del gioco d’azzardo, facilitando una precoce familiarizzazione con le sue logiche e potenzialmente promuovendolo indirettamente”.

Non si tratta dunque del videogioco in sé, ma di alcune sue modalità che anticipano e normalizzano la dinamica del rischio e della ricompensa tipica dell’azzardo. Il coinvolgimento simultaneo nei due comportamenti è probabilmente alimentato da fattori psicologici comuni, con un’incidenza molto elevata di gioco d’azzardo tra chi spende denaro per ottenere vantaggi nei videogiochi.

Il cervello adolescente e la vulnerabilità alla ludopatia

L’adolescenza rappresenta un periodo cruciale per lo sviluppo cerebrale, caratterizzato da un sistema di controllo degli impulsi ancora in maturazione. Il professor Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo “Di.Te”, sottolinea come “queste dinamiche rappresentino una vera palestra emotiva, in cui si impara a scommettere rischiando e riprovando, con la convinzione che prima o poi arriverà una ricompensa”. Tale meccanismo può trasformarsi in una trappola, favorendo l’insorgenza di comportamenti di gambling problematici.

I segnali di dipendenza non si limitano al solo comportamento di gioco: irritabilità, ansia, difficoltà di concentrazione, calo del rendimento scolastico e disturbi del sonno sono frequentemente osservati nei giovani coinvolti. In molti casi, il gioco diventa uno strumento per gestire emozioni negative come noia, frustrazione o senso di vuoto, compromettendo lo sviluppo di strategie di autoregolazione emotiva e creando basi fragili per la salute mentale futura.

Le nuove sfide del gioco d’azzardo online in Italia

L’accesso al gioco d’azzardo online è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, in particolare tra i giovani adulti tra i 18 e i 24 anni, con un incremento del 23% nel numero di nuovi conti di gioco registrati tra il 2021 e il 2022, secondo dati aggiornati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Sebbene la normativa italiana limiti il gioco ai maggiorenni, la facilità di accesso attraverso piattaforme digitali rende difficile il controllo, aumentando il rischio di coinvolgimento precoce.

In Italia, il gioco problematico interessa una percentuale significativa della popolazione: circa il 36% degli adulti ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno, con una prevalenza di giocatori problematici attorno al 3%. Tra i minori, quasi un terzo ha sperimentato il gioco d’azzardo nell’ultimo anno scolastico, e circa il 3% mostra già comportamenti a rischio o problematici. La diffusione è più elevata nelle regioni meridionali e negli istituti tecnici e professionali.

Le autorità italiane hanno avviato diverse misure di contrasto, tra cui la verifica dell’età, la trasparenza sulle probabilità di vincita e il monitoraggio dei concessionari di gioco. Tuttavia, gli esperti sottolineano come sia indispensabile un approccio integrato che includa educazione digitale mirata, supporto psicologico e regolamentazione più stringente delle meccaniche di gioco che richiamano l’azzardo, soprattutto nei prodotti destinati ai minori.

Ludopatia: caratteristiche cliniche e neurobiologia

Il disturbo da gioco d’azzardo, noto anche come ludopatia o gioco d’azzardo patologico (GAP), è riconosciuto come una dipendenza comportamentale nel DSM-5. Si manifesta con una perdita crescente di controllo, necessità di incrementare la posta in gioco, irritabilità in caso di astinenza, impegno eccessivo nel gioco e compromissione delle relazioni sociali e lavorative.

Dal punto di vista neurobiologico, la ludopatia coinvolge il sistema dopaminergico del cervello, fondamentale nel circuito della gratificazione. Il craving, cioè il desiderio intenso e incontrollabile di giocare, può essere scatenato da stimoli associati al gioco, come la vista di un logo o di un ambiente di gioco. Esistono diverse tipologie di craving, tra cui quello legato alla ricerca della ricompensa, alla riduzione dello stress o a pensieri ossessivi, tutte capaci di mantenere il circolo vizioso della dipendenza.

La ludopatia spesso si associa a comorbilità con altre condizioni psichiatriche, quali depressione, disturbi d’ansia, disturbi di personalità e abuso di sostanze, rendendo necessaria una valutazione clinica approfondita per orientare un trattamento efficace.

Strategie di intervento e ruolo degli adulti

Gli specialisti evidenziano la necessità di non limitarsi a colpevolizzare gli adolescenti, ma di intervenire sull’ambiente che offre continue occasioni di gioco, regolamentando l’accesso a denaro e piattaforme. L’intervento psicologico è fondamentale quando il gioco diventa ripetitivo e centrale nella vita del ragazzo, aiutandolo a sviluppare alternative sane per la gestione delle emozioni e a ricostruire competenze sociali e personali al di fuori del gioco.

L’educazione digitale deve andare oltre l’uso tecnico degli strumenti, insegnando a riconoscere quando uno strumento inizia a controllare l’utente. Per questo è essenziale coinvolgere genitori, scuole e istituzioni in un percorso di informazione e prevenzione che tenga conto delle caratteristiche specifiche del cervello adolescente e delle strategie di persuasione utilizzate dall’industria del gioco.

L’Università di Pavia, con la sua lunga tradizione accademica e il contributo interdisciplinare di esperti in sanità pubblica, psicologia e neuroscienze, continua a essere un punto di riferimento nella ricerca e nel contrasto alle nuove sfide poste dalla dipendenza da gioco d’azzardo e videogiochi, un fenomeno in evoluzione che richiede attenzione e interventi mirati per tutelare le generazioni future.

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