Le malattie reumatologiche rappresentano un grave problema di salute pubblica in Italia, colpendo milioni di persone e manifestandosi frequentemente con dolore all’apparato locomotore, che include articolazioni, ossa e muscoli. Il dolore è il sintomo cardine di queste patologie, e la sua corretta localizzazione è fondamentale per una diagnosi accurata. Per approfondire questo tema, abbiamo intervistato il professor Carlo Selmi, Responsabile dell’Unità di Reumatologia e Immunologia Clinica presso Humanitas e docente di Humanitas University.
Tipologie di dolore
È essenziale distinguere le diverse modalità di dolore, poiché questa classificazione influisce direttamente sulla diagnosi, sulle indagini e sulle terapie. Tradizionalmente, il dolore è stato classificato in due grandi categorie:
- Dolore nocicettivo (o infiammatorio): causato da un danno tissutale.
- Dolore neuropatico: si verifica quando c’è un coinvolgimento diretto delle vie nervose (come nel caso della sindrome del tunnel carpale).
Tuttavia, recenti studi hanno messo in luce un terzo tipo di dolore, noto come dolore nociplastico. Questo tipo di dolore emerge da alterazioni nella trasmissione e modulazione del segnale doloroso, anche in assenza di danni tissutali evidenti. È frequentemente riscontrato nella fibromialgia, dove si manifesta con un dolore diffuso che interessa tutto il corpo.
Artrite e artrosi: caratteristiche del dolore
Nel caso dell’artrite, che include forme come l’artrite reumatoide e l’artrite psoriasica, il dolore è tipicamente di natura infiammatoria. I pazienti spesso lamentano un peggioramento del dolore a riposo, durante la notte e nelle prime ore del mattino, accompagnato da rigidità mattutina significativa e possibili gonfiori articolari. Le linee guida attuali dell’EULAR (European Alliance of Associations for Rheumatology) sottolineano l’importanza di un approccio precoce e intensivo, utilizzando farmaci DMARD (Disease Modifying Antirheumatic Drugs), sia sintetici che biologici.
In contrasto, il dolore associato all’artrosi è generalmente di natura meccanica. Questo tipo di dolore tende a migliorare con il riposo ed è accompagnato da una rigidità mattutina di breve durata (inferiore a 30 minuti). I principali fattori di rischio per l’artrosi includono:
- Età avanzata
- Genere femminile
- Sovrappeso
- Sovraccarico meccanico
- Familiarità
Fibromialgia e dolore nociplastico
La fibromialgia è un disturbo caratterizzato da un’alterata elaborazione del dolore a livello del sistema nervoso centrale. Il dolore è cronico, diffuso e persistente, spesso descritto dai pazienti come sordo, gravativo o urente. Questo dolore non è derivante da infiammazione articolare o danno tissutale, ma è il risultato di un’alterata elaborazione dei segnali dolorosi a livello centrale.
I pazienti con fibromialgia presentano comunemente un’ipersensibilità agli stimoli, dove anche una leggera pressione può risultare dolorosa. Inoltre, il dolore è frequentemente accompagnato da stanchezza, disturbi del sonno e difficoltà cognitive, con un andamento fluttuante e peggioramenti legati a stress, sforzi fisici o variazioni climatiche.
La gestione della fibromialgia richiede un approccio multimodale, che include:
- Esercizio fisico graduale e supervisionato
- Educazione del paziente
- Terapie cognitivo-comportamentali
- Farmaci centrali come la duloxetina, il pregabalin e alcuni antidepressivi
Valutazione clinica moderna del dolore
Oggi è consigliata una valutazione multidimensionale del dolore, che includa l’intensità, le caratteristiche (nocicettivo/neuropatico/nociplastico), l’impatto funzionale e la presenza di co-morbilità psichiatriche, disturbi del sonno e fatica. Questo approccio orienta l’uso di trattamenti multimodali mirati.
Per il dolore cronico muscolo-scheletrico, che include la componente nociplastica, sono indicate terapie farmacologiche centrali come la duloxetina, efficace per il dolore osteoarticolare cronico e nella fibromialgia. Gli interventi non farmacologici, come l’esercizio fisico personalizzato, la terapia fisica, l’educazione e le tecniche di igiene del sonno, sono fondamentali, poiché questi approcci modulano il processamento centrale del dolore e migliorano la funzione e la qualità della vita dei pazienti.