Mangiare bene dopo i 50 anni se hai la pressione alta: gli alimenti che fanno davvero la differenza

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Alimentazione equilibrata e varia: una scelta fondamentale per il benessere dopo i 50 anni. - www.saluteweb.it

Luca Antonelli

22 Agosto 2025

Dopo i 50 anni, la pressione può salire senza accorgersene: ecco quali cibi aiutano davvero a tenerla sotto controllo senza farmaci, secondo medici e nutrizionisti.

Dai 50 anni in poi, la pressione arteriosa tende a salire quasi senza preavviso. Succede spesso anche a chi ha sempre avuto valori regolari. Non è un caso: con l’età, i vasi sanguigni perdono elasticità, il metabolismo rallenta e il corpo reagisce con segnali che, se ignorati, possono trasformarsi in rischio cardiovascolare. Secondo le linee guida europee, già superata la soglia dei 140/90 mmHg si parla di ipertensione. Un dato che, oggi, interessa circa 17 milioni di italiani. Eppure, pochi sanno che le scelte alimentari quotidiane, se ben calibrate, possono davvero cambiare il quadro clinico.

Non si parla di miracoli. Ma di scelte precise, supportate da evidenze mediche. Il Ministero della Salute e diverse società scientifiche hanno già tracciato un profilo nutrizionale per i soggetti over 50 con pressione elevata. Esistono cibi che aiutano i vasi a rilassarsi, altri che combattono la ritenzione idrica, altri ancora che agiscono indirettamente sui livelli di sodio. Ma bisogna saperli combinare bene. E soprattutto, evitare quelli che, senza saperlo, peggiorano la situazione giorno dopo giorno.

Come l’alimentazione incide sui valori pressori sopra i 50 anni

Le cellule dell’endotelio, cioè il rivestimento interno dei vasi, con l’età perdono parte della loro capacità di regolare il tono vascolare. Questo processo naturale viene accelerato da due fattori: una dieta ricca di grassi saturi e sodio, e uno stile di vita troppo sedentario. Quando questi due elementi si sommano, i vasi si irrigidiscono più in fretta. E la pressione aumenta.

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Nel paziente cinquantenne, i medici consigliano un apporto ridotto di sodio, inferiore ai 5 grammi al giorno. Il problema è che il sale non si trova solo nel condimento: è nascosto nei formaggi, nei prodotti da forno, negli insaccati e nei piatti pronti. In molti casi, anche chi crede di mangiare poco salato supera il limite senza rendersene conto.

A contrastare questi effetti ci pensano gli alimenti ricchi di potassio, magnesio e fibre. Il potassio, per esempio, favorisce l’eliminazione del sodio in eccesso attraverso i reni. Il magnesio rilassa le pareti vascolari. Le fibre, invece, aiutano a controllare il peso corporeo e abbassano l’indice infiammatorio generale. Tutti elementi che agiscono, in modo sinergico, sull’equilibrio pressorio.

Tra gli alimenti più studiati ci sono i legumi, come fagioli, ceci e lenticchie. A differenza delle carni lavorate, forniscono proteine senza grassi saturi. Non a caso, sono presenti nella dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), il regime alimentare più raccomandato per chi soffre di ipertensione. A questi si aggiungono frutta e verdura fresche, specialmente quelle ricche di antociani, come i mirtilli, le melanzane e le barbabietole rosse. Le loro molecole aiutano a migliorare la circolazione e a contenere i picchi pressori post-prandiali, molto frequenti dopo i 50 anni.

Gli errori più comuni a tavola che alzano la pressione senza far rumore

Molti commettono l’errore di tagliare il sale ma continuare a mangiare alimenti che ne sono ricchissimi. Un esempio? I cereali da colazione, alcune zuppe pronte e persino certi tipi di pane confezionato. Il sale “nascosto” è uno dei pericoli più insidiosi per chi soffre di pressione alta.

Poi c’è il capitolo bevande. Chi ha superato i 50 anni e ha problemi di ipertensione dovrebbe limitare drasticamente gli alcolici, anche quelli considerati “innocui”, come il vino rosso o la birra a bassa gradazione. Lo stesso vale per le bibite zuccherate e gli energy drink, spesso sottovalutati. Il loro contenuto di zuccheri semplici, oltre a influire sul metabolismo, può alterare il ritmo cardiaco in soggetti predisposti.

Attenzione anche ai latticini. Alcuni sono ottimi alleati della salute cardiovascolare, come lo yogurt naturale o il latte scremato, ma altri — come i formaggi stagionati — sono ricchi di sodio e grassi animali. Il consiglio è sempre lo stesso: leggere le etichette, confrontare le quantità di sale per 100 g e fare scelte consapevoli.

Infine, un errore molto comune è credere che basti mangiare “sano” solo per qualche giorno. La costanza è la chiave. I benefici alimentari sulla pressione si vedono solo se si segue uno schema equilibrato ogni giorno, senza grandi eccezioni o diete “a fasi”. I nutrizionisti parlano chiaro: bastano 4 settimane di dieta mirata per vedere i primi miglioramenti, anche senza assumere farmaci. Ma serve disciplina. E sapere, ogni volta che ci si siede a tavola, cosa scegliere e perché.

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