
Nuove scoperte sul Long Covid | Pixabay @Jikaboom - Saluteweb
Alcuni individui presentano una predisposizione genetica al long Covid, secondo uno studio pubblicato su Nature Genetics
Recenti ricerche hanno rivelato che alcune persone sono più vulnerabili a sviluppare il long Covid, e la spiegazione potrebbe risiedere nel loro patrimonio genetico. Uno studio internazionale di ampia portata, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, ha identificato varianti genetiche specifiche che aumentano significativamente il rischio di sviluppare questa condizione post-Covid, caratterizzata da sintomi persistenti come stanchezza cronica, dolori muscolari, difficoltà respiratorie e nebbia mentale. In particolare, una variante genetica è stata collegata a un aumento del rischio di quasi il 60%.
I dati sul Long Covid
Attualmente, si stima che tra il 10% e il 20% delle persone infette da Covid-19 possa affrontare sintomi a lungo termine. Le cause di questa sindrome post-virale sono rimaste per lungo tempo poco chiare, sollevando interrogativi su come il virus possa influenzare in modo diverso gli individui. Per fare luce su questa problematica, 24 centri di ricerca e ospedali situati in 16 Paesi hanno collaborato, mettendo in comune dati e risorse.
Collaborazione internazionale nella ricerca
Lo studio, guidato dall’Institute for Molecular Medicine Finland e dal Karolinska Institutet, ha visto un contributo significativo dall’Italia, con l’apporto di istituzioni come l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Siena e l’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR. I ricercatori hanno analizzato dati genetici di 6.450 pazienti affetti da long Covid e oltre un milione di individui privi di questa condizione, scoprendo un locus genetico sul cromosoma 6, vicino al gene FoxP4, noto per il suo ruolo nelle infezioni respiratorie e nella risposta immunitaria.
Implicazioni per la salute pubblica
Il locus identificato risulta essere cruciale nella predisposizione a sviluppare long Covid, confermando che alcuni individui hanno una predisposizione genetica a lungo termine. Questo risultato è stato ulteriormente validato su un campione di oltre 9.500 pazienti e 700.000 controlli, evidenziando come la genetica possa influenzare la suscettibilità a questa sindrome.
Gli autori dello studio sottolineano l’importanza di queste scoperte, che potrebbero avere un impatto significativo nella pratica clinica, consentendo di identificare più facilmente le persone a rischio e migliorare i percorsi di cura per chi sviluppa il long Covid. La comprensione delle basi genetiche di questa condizione potrebbe aprire nuove strade per trattamenti mirati e strategie di prevenzione.